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Come funzionano le banche per la conservazione del cordone ombelicale

La raccolta e conservazione del sangue del cordone ombelicale nelle banche pubbliche e in quelle private: in cosa consiste, quali sono le differenze e come si sviluppano le diverse procedure.

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Conservare il cordone ombelicale è una scelta importante, da prendere consapevolmente. È una buona pratica che si sta diffondendo sempre di più, grazie ad una maggiore informazione e all’aumento del numero delle banche in cui il sangue cordonale viene conservato, e del numero di ospedali in cui è possibile richiedere la raccolta del cordone subito dopo il parto.

Come anticipato, ogni futura mamma può scegliere di donare il sangue cordonale per la conservazione altruistica oppure può decidere di conservarlo privatamente e a pagamento per futuri usi familiari.

In Italia è prevista solo la donazione altruistica, o in alternativa si può richiedere la conservazione per uso familiare nel caso in cui il bambino o un suo familiare abbiano una patologia per cui è prevista una terapia con le staminali emopoietiche.

Tra le molte malattie che è possibile curare con le staminali del cordone ombelicale, dette emopoietiche, si trovano leucemie e linfomi, insufficienze midollari, anemia e talassemia e disordini congeniti del sistema immunitario: l’elenco completo si trova sulla Gazzetta Ufficiale, ed è consultabile a questo link.

Qualsiasi sia la scelta della coppia che aspetta un figlio è opportuno che sia consapevole: la conservazione del sangue del cordone ombelicale, nonostante se ne sottovaluti spesso la valenza, è in realtà un passaggio importante.

Come funziona la conservazione del sangue cordonale?

La scelta di donare il sangue cordonale o di conservarlo per uso familiare riguarda in primo luogo la futura mamma, che decide liberamente se e come conservare il sangue cordonale. Se decide di donarlo dovrà, prima del parto, esprimere la propria volontà al personale medico dell’ospedale scelto.

Dopo il taglio del cordone ombelicale – subito dopo la nascita del bambino – il sangue, che è ricchissimo di cellule staminali emopoietiche, viene raccolto e quindi inviato ad una delle 19 banche presenti sul territorio italiano. Qui viene analizzato per verificarne qualità e quantità: non tutti i campioni risultano infatti utilizzabili. Ne vengono inoltre analizzate le caratteristiche biochimiche per stabilire la compatibilità del donatore con eventuali riceventi. I dati raccolti vengono quindi inseriti nel Registro internazionale dei donatori di midollo osseo.

E poi? A questo punto il sangue cordonale viene congelato (cioè crioconservato). Il campione rimane a disposizione dei centri per i trapianti e le trasfusioni. Ogni unità di sangue cordonale viene così immagazzinata, censita e messa a disposizione della sanità pubblica.

La legge italiana promuove la donazione, ma consente, con un iter burocratico, la conservazione autologa (per il neonato o per un familiare) nei seguenti casi:

  • qualora al neonato o a un suo consanguineo sia diagnosticata una patologia che può essere trattata con le cellule emopoietiche del cordone ombelicale, tra quelle presenti nell’elenco riportato nella Gazzetta Ufficiale
  • qualora nella famiglia del neonato si trovi un maggiore rischio di malattie genetiche per cui è prevista una terapia con tali cellule
  • qualora il neonato o un consanguineo presenti patologie non ancora inserite nel decreto ma per cui sussistono comprovate evidenze scientifiche di un possibile impiego di cellule staminali da sangue cordonale anche nell’ambito di sperimentazioni cliniche approvate secondo la normativa vigente, previa presentazione di una documentazione rilasciata da un medico specialista nel relativo ambito clinico”.

Quest’ultimo tipo di conservazione è autorizzata da un responsabile della banca pubblica dopo avere sentito il parere di un’equipe tecnica coordinata dal Centro nazionale trapianti. A quel punto viene richiesta un’autorizzazione che viene rilasciata da uno specialista dell’ambito medico di riferimento.

Le banche pubbliche per la conservazione del sangue cordonale

infezione streptococco neonato

Secondo i dati del Ministero della Salute le unità di sangue cordonale oggi presenti nel mondo sono oltre 400mila, distribuiti in più di 100 bio-banche. L’attuale rete di banche pubbliche per la conservazione del sangue cordonale in Italia è stata istituita con il decreto del 18 novembre 2009, che prevede che tali strutture conservino i campioni a scopo “allogenico”: ciò significa appunto che il sangue donato può essere impiegato nella cura di chiunque possa averne bisogno e risulti compatibile.

Le banche pubbliche per la conservazione del sangue cordonale vengono attivate dal Centro trapianti e trasfusioni in caso di necessità.

Le banche private per la conservazione del sangue cordonale

Come abbiamo visto in Italia non è prevista la conservazione per uso personale, tranne nei casi sopra descritti. È autorizzata tuttavia l’esportazione di campioni di sangue da cordone ombelicale per uso personale ai fini della loro conservazione presso banche operanti all’estero, secondo quanto previsto dall’ordinanza
ministeriale del 26 febbraio 2009.

In sostanza, è possibile scegliere di conservare il sangue cordonale privatamente, a pagamento, rivolgendosi ad una banca estera. Le banche private estere conservano il sangue cordonale per l’uso esclusivo della famiglia della persona che ne fa richiesta. Tra i servizi proposti dalle banche estere ai privati che ne fanno richiesta c’è la possibilità di avere il proprio campione a disposizione e la possibilità di effettuare analisi genetiche mirate sul campione stesso.

Per poter raccogliere ed esportare il sangue cordonale bisogna richiedere un nulla osta alla Direzione sanitaria dell’ospedale in cui si partorirà. Spetta infatti al personale medico presente in sala parto a effettuare la raccolta. Il sangue raccolto viene quindi inserito in un apposito kit precedentemente consegnato dalla banca privata, e sarà poi ritirato da un incaricato della banca estera nello stesso ospedale.

Il campione inviato alla banca estera viene anche in questo caso analizzato e crioconservato per eventuali utilizzi futuri del neonato o di un consanguineo.

Tra gli elementi importanti a cui prestare attenzione quando ci si rivolge ad una banca privata estera si trovano:

  • certificazione FactNet Cord, che assicura il rispetto dei protocolli nel processo di raccolta e conservazione dei campioni
  • gestione unificata: biobanca, supporto scientifico e customer care nella stessa struttura, con disponibilità 24/7
  • innovazione: sono più affidabili le strutture impegnate in un costante aggiornamento

Caratteristiche della Swiss Stem Cells Biotech, a cui si aggiunge un accreditamento Swissmedic, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici, che controlla la presenza di un approccio rigoroso e Pharma applicato a tutto il processo di preparazione, conservazione e rilascio delle cellule. A questo si unisce la qualità svizzera, con l’attenzione per gli aspetti del processo di tipo pharma.

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Swiss Stem Cells Biotech è stata la prima struttura svizzera ad offrire un servizio privato per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. È l’unica banca privata svizzera certificata FACT-NetCord.

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