Ristorante multa i clienti "che non sanno fare i genitori": il dibattito sui locali childfree

Stati Uniti, un ristorante ha multato per 50 dollari la famiglia di un bambino che avrebbe recato disturbo agli altri clienti: si riapre il dibattito sui locali ‘childfree’.

Una coppia di genitori americani è stata multata dopo che il loro figlio avrebbe disturbato gli altri clienti all’interno di un ristorante: è successo al Toccoa Riverside di Blue Ridge, in Georgia, quando, al momento del pagamento, il proprietario ha aggiunto un sovrapprezzo di 50 dollari allo scontrino della famiglia per questa ragione.

Multa che, però, era prevista dal menù: “È una regola che abbiamo inserito alcuni anni fa, durante i primi giorni della pandemia – si giustifica Tim Richter, proprietario del locale, con WSB-TVVogliamo che i genitori facciano genitori”.

D’altronde, questa non è l’unica norma stramba del locale: oltre all’avvertenza per i genitori che “non sanno fare i genitori”, infatti, se ne trova anche una che richiederebbe una mancia del 20% per i tavoli con oltre sei persone. La versione della coppia è, però, diversa: secondo i due, infatti, il bambino sarebbe rimasto tranquillo, e non avrebbe recato fastidio agli altri clienti.

L’accaduto, denunciato dal padre stesso sul forum Reddit, ha quindi riacceso il dibattito sulla presenza di minori nei luoghi pubblici, dopo che, qualche mese fa, avevano fatto notizia alcuni episodi di discriminazione ai danni di famiglie con bebè sugli aerei.

Ma, senza andare lontano, la questione rimane aperta anche nel nostro Paese: nonostante non si sia ancora arrivati alle multe, sono diversi, in Italia, i casi di locali che negano l’accesso ai più piccoli, tra i quali il ristorante stellato I Castagni di Vigevano, che non ammette la presenza degli under 10.

E sono in molti a dare la colpa di genitori, sostenendo che sia una questione di abitudine. Lo chef Dario Tornatore, dell’hotel Laurin di Bolzano, ha dichiarato alle pagine di Repubblica: “Mia figlia Rebecca di 10 anni l’ho portata ovunque da quando aveva pochi mesi, abituandola da subito a stare a tavola. E a provare tutti i piatti”.

Al netto di considerazioni sulla legalità di tali divieti e multe, la vicenda ha aperto il dibattito tra coloro che vogliono premiare il desiderio di chi vuole ambienti sereni senza schiamazzi e il diritto di genitori e bambini di accedere agli spazi. A prescindere dalla posizione di ognuno, è però chiaro che ci sia una differenza tra i locali childfree (come il caso di questo ristorante) e invece altre esperienze “no bambini”, come i recenti voli riservato solo agli adulti. Infatti, mentre per quanto riguarda i locali vige la libertà di scegliere quali frequentare, i mezzi di trasporto rappresentano un servizio indispensabile e dunque, in quel caso, vietare la presenza dei bambini costituirebbe una discriminazione ben più grave, rischiando di diventare una vera e propria limitazione della libertà di movimento per tante famiglie.

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