Il momento del parto, ritenuto da molti un momento di gioia e felicità, può trasformarsi per alcune donne in un evento traumatico. Affrontarlo richiede tempo, ma è senza dubbio possibile.

Ma cosa definisce un parto ‘traumatico’? I motivi sono senza dubbio diversi, tra la lunghezza del travaglio, il dolore, il trattamento da parte del personale medico ed eventuali emergenze che possono verifcarsi durante la nascita del nostro bambino. Fare un’esperienza simile può avere ripercussioni psicologiche su di noi, ma anche una serie di conseguenze su come ci relazioniamo con le persone che ci stanno intorno, che potrebbero non darci il supporto di cui abbiamo bisogno, e sul nostro rapporto con il bambino stesso.

Come superare, quindi, un parto traumatico? Il primo consiglio è senza dubbio quello di elaborare l’evento parlandone con altre persone, inclusi, laddove necessario, gruppi di ascolto o sportelli specifici per questo tipo di esperienza. Alcune persone, inoltre, potrebbero anche beneficiare di un percorso di terapia individuale a breve termine con uno psicologo. Per poter elaborare, inoltre, spesso è anche utile scrivere un diario.

Un altro consiglio è quello di esaminare le carte mediche e chiedere al personale che ci ha seguite di spiegarci che cosa è successo, se lo si ritiene utile: capire le dinamiche del nostro parto può infatti aiutarci a elaborare meglio gli avvenimenti. Il terzo consiglio è quello di conoscere il nostro bebè: spesso, dopo un parto traumatico, è difficile trovare quella connessione emotiva che ci aspettavamo di avere prima della nascita. Passare con nostro figlio del tempo, in maniera graduale, può aiutarci a sentirci man mano sempre più connesse con lui.

Il quarto consiglio è quello di non prendere decisioni affrettate su una possibile futura gravidanza: dopo un parto traumatico, solitamente, si ha bisogno di tempo prima di poter decidere di fare un altro figlio oppure di ricorrere a metodi contraccettivi permanenti. Un’altra cosa importante da ricordare è di non darsi colpe: con il senno di poi, molte donne pensano infatti che avrebbero potuto fare di più, essere più forti o prepararsi meglio. Ricordiamo però che il parto è un evento imprevedibile, e che non tutto è sotto il nostro controllo: di sicuro abbiamo fatto del nostro meglio con gli strumenti che avevamo in quel momento.

L’ultimo consiglio è quello di prendersi il proprio tempo, e ricordare che questa è solo una fase di quella che sarà l’esperienza della maternità: non per forza un inizio difficile avrà impatto negativo su quello che sarà il rapporto con il nostro bambino in seguito.

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