Chi ha avuto un figlio dopo i 35 anni anni si sarà, quasi sicuramente, sentita chiamare primipara attempata, o avrà udito il termine gravidanza geriatrica. Entrambi questi aggettivi suonano alle nostre orecchie con un’accezione negativa, come se dietro ci fosse una sorta di ageismo, un voler discriminare la futura mamma in base alla sua età. Ebbene no, non è così. Questi termini, innanzitutto, sono puramente medici e clinici, e non vengono usati per far sentire in colpa le donne di qualcosa, tantomeno per l’età in cui hanno deciso, o hanno potuto, restare incinta.

Non bisogna sentirci offesə, quindi, se sentiremo un medico chiamarci primipare attempate, o definire la nostra gravidanza come geriatrica. La geriatria è semplicemente quella branca che si occupa dei problemi e dei rischi associati all’invecchiamento, ed è ormai risaputo che mettere al mondo un figlio dopo i 35 anni potrebbe significare avere qualche complicazione in più, come tassi più elevati di aborto spontaneo, malattie genetiche o maggiori probabilità di soffrire di ipertensione e diabete gestazionale.

Sebbene il linguaggio nella società si evolva, cercando di essere più inclusivo e neutrale, in campo medico gli stessi cambiamenti non avvengono di pari passo, anche se ora si sta cercando di sostituire l’utilizzo di ‘gravidanza geriatrica’ con la definizione ‘età materna avanzata’, che mette in relazione gli anni della persona incinta solo con l’aspetto riproduttivo e non sociale o fisico in generale.

In buona sostanza, la parola ‘geriatrica’ non ha un valore negativo, ma lo assume solo se siamo noi a vedere nell’invecchiamento qualcosa di brutto, e questo è frutto anche della società in cui viviamo, che discrimina le donne, ancora più quando gli anni passano. Quindi, non c’è da meravigliarsi che così tantə di noi possano essere scoraggiatə anche dai termini normali usati per descrivere un altrettanto normale processo nel ciclo della vita.

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