Congedi parentali per coppie omogenitoriali: il giudice condanna l'Inps per discriminazione

Il Tribunale di Bergamo ha condannato l’ente previdenziale per non aver garantito l’accesso alla domanda, imponendogli di modificare il sistema informatico.

Il Tribunale di Bergamo ha condannato l’INPS per non aver garantito l’accesso alla domanda di congedo parentale per le coppie omogenitoriali: a renderlo noto è la CGIL, che sul suo sito comunica che, con la pronuncia del 25 gennaio 2024, il giudice ha imposto all’ente previdenziale di modificare il sistema informatico nel quale le richieste devono essere inserite.

I nuclei familiari LGBTQ+, infatti, sono stati esclusi dalla possibilità di fare richiesta in quanto il sito non consentiva di inserire le generalità di entrambi i richiedenti: in particolare, era emerso che il genitore non biologico che provasse a fare una richiesta di congedo parentale si sarebbe trovato davanti a un messaggio di errore. Secondo quanto riportato dal sito del sindacato, il Tribunale di Bergamo avrebbe quindi rilevato una “ingiustificata discriminazione a danno dei genitori dello stesso sesso” da parte di INPS.

(…) trattandosi di istituti a cui si applica il divieto di discriminazione per orientamento sessuale imposto dal diritto dell’Unione Europea, tutti i congedi devono essere accessibili anche alle coppie di genitori dello stesso sesso, che devono potersi suddividere i compiti di cura e assistenza, come avviene per tutti i genitori eterosessuali”, spiega l’avvocato Francesco Rizzi, come riportato sul sito della CGIL. Rizzi è socio di Rete Lenford, associazione di avvocati specializzati nei diritti delle persone LGBTQ+, che insieme al legale Alberto Guariso ha patrocinato la causa contro l’INPS.

È stata proprio la Rete Lenford, in collaborazione con il sindacato, a iniziare un’azione collettiva nel maggio 2023. Con il ricorso si richiedeva al Tribunale di Bergamo di dichiarare che il congedo di paternità obbligatorio vale per una lavoratrice laddove sia genitrice in una coppia composta da due donne, mentre il congedo di paternità alternativo spetta al padre anche laddove sia genitore in una coppia di due uomini. Inoltre, si chiedeva di riconoscere che il congedo parentale valga per ognuno dei due genitori indipendentemente dal genere dell’altro genitore, e che i periodi di riposo valgano anche per il padre laddove sia genitore in una coppia di due uomini. L’ultima richiesta riguardava invece la gestione separata e le lavoratrici autonome, e si richiedeva che le indennità spettassero al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini.

“Il nostro prossimo obiettivo è quello di tutelare la posizione anche dei genitori che non hanno potuto ottenere il riconoscimento alla nascita e stanno attendendo i lunghi tempi dell’adozione in casi particolari, perché la condizione di coloro che stanno attendendo il riconoscimento e si fanno già carico dei compiti di cura genitoriale non è così diversa da coloro che sono riconosciuti come genitori già alla nascita”, ha aggiunto poi il legale Francesco Rizzi.

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