Cos'è la "sindrome del bambino dimenticato", il cortocircuito della memoria che può capitare a tutti

"Quando i genitori vanno al lavoro in macchina e dimenticano di lasciare i figli all’asilo è perché non fa parte della loro routine quotidiana", le parole di David Diamond, neuroscienziato e professore di psicologica della Florida.

La sindrome del “bambino dimenticato”, secondo gli studi portati avanti sin dal 2004 da David Diamond, neuroscienziato e professore di psicologia della Florida, è una conseguenza del conflitto che può verificarsi all’interno del cervello umano tra il sistema di memoria delle abitudini (che ci permette di fare le cose senza pensarci) e il sistema di memoria prospettica, ovvero “la capacità di ricordare di compiere un’azione programmata in uno specifico momento temporale, mentre si è impegnati nello svolgimento di un’altra attività”.

Come riportato dalle statistiche pubblicate dal Dipartimento di Neuroscienze Umane della Sapienza di Roma, negli Stati Uniti, su un totale di 171 decessi per asfissia, il 73% delle morti sono rappresentate da bambini lasciati nelle auto dei genitori e parcheggiate davanti al posto di lavoro: “La metà degli adulti era inconsapevole o se n’era dimenticato (…). Nella maggior parte dei casi, i soggetti adulti coinvolti hanno funzionalità psichiche e cognitive perfettamente integre”.

In Italia, come si legge in un articolo de La Stampa, nonostante sia stato introdotto l’obbligo di utilizzare seggiolini dotati di sensori antiabbandono, dal 1998 sono morti 11 bambini proprio perché dimenticati in macchina dai genitori. L’ultima testimonianza risale a mercoledì 7 giugno 2023, quando una madre ha trovato il corpo della figlia senza vita nella vettura del marito, lasciata in sosta di fronte all’asilo Luinetti del quartiere militare della Cecchignola, a Roma.

Quando i genitori vanno al lavoro in macchina e dimenticano di lasciare i figli all’asilo, in genere è perché non fa parte della loro routine quotidiana”, ha spiegato David Diamond nel corso di un’intervista per ABC News, in cui ha parlato del processo cerebrale secondo cui un adulto rischia di abbandonare involontariamente il figlio in macchina perché, talvolta, il sistema della memoria umana inserisce una sorta di “pilota automatico”, spingendoci a dimenticare tutte quelle attività che non appartengono alla nostra routine quotidiana e che, invece, avremmo dovuto portare a termine:

I genitori devono esercitare il loro sistema di memoria prospettica per pianificare ed eseguire l’azione di portarli all’asilo nido. In circostanze di privazione del sonno o stress, un viaggio di routine da casa al lavoro, invece che da casa all’asilo, viene eseguito automaticamente (…). In un certo senso si entra in modalità pilota automatico che interferisce con il nostro sistema di memoria prospettica e ci rende più propensi a fare qualcosa per abitudine.

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