Come aiutare tuo figlio a essere efficiente, ma rifiutando la "cultura tossica del successo"

La società di oggi ci spinge a essere sottoposti a una serie di pressioni esterne che possono risultare pesanti sin da piccoli, il supporto dei genitori può essere importante.

Crescere un figlio non è mai semplice, a maggior ragione nella società di oggi, in cui è bene prestare attenzione agli stimoli esterni a cui può essere sottoposto, non necessariamente tutti positivi. Non è un caso che molti di loro, anche prima di affrontare la fase critica dell’adolescenza, possano sentirsi asociali o addirittura depressi, cosa che si può verificare se non si sentono adeguatamente importanti e valorizzati.

La giornalista Jennifer Breheny Wallace ha voluto parlare di questo tema così cruciale nel suo ultimo libro, dal titolo Never Enough: When Achievement Culture Becomes Toxic—And What We Can Do About It. Nel testo si sottolinea come la classica cultura del successo, che oggi risulta essere dominante  che spinge a non accontentarsi mai di quello che si fa, abbia finito per condizionare tante famiglie e rendere ancora più complicati i rapporti tra i genitori e il proprio figlio. Anzi, la situazione può diventare ancora più difficile per chi ne ha più di uno, dove a complicare il tutto può essere la gelosia. Troppo spesso i ragazzi non si sentono all’altezza delle situazioni che si devono affrontare e finiscono per avere una scarsa autostima.

La reporter ha così risposto a una serie di domande che potrebbero essere utili a molti genitori.

  • Qual è stata la scoperta più importante a cui è andata incontro nella stesura del libro?

Ho scoperto con grande sorpresa che la cosa più importante che promuove la resilienza di un figlio non è un elenco di cose da fare o da non fare. L’aspetto che fa la grande differenza quando dobbiamo garantire la loro salute mentale è sapere quanto i genitori stiano lottando con livelli di stress davvero elevati. Questo significa che la resilienza di un bambino si basa sulla resilienza degli adulti nelle loro vite, soprattutto il loro principale caregiver. Se si vuole essere davvero di aiuto a loro, è quindi importante che a stare bene siano innanzitutto mamma e papà, altrimenti possono finire per deprimersi ancora di più.

  • È andata alla ricerca di un ragazzo sano in modo tale da capire come sia possibile che alcuni ragazzi stiano bene nonostante le pressioni della società moderna a cui devono sottostare? Ha scoperto qualcosa che avevano in comune le persone sane?

Ho notato che avevano molto in comune e tutto viene descritto nel libro. È possibile sintetizzare tutto con un concetto importante: questi sani combattenti sentivano di avere importanza perché erano considerati come centrali da chi avevano accanto. Se ci si sente apprezzati dalla famiglia, dagli amici e dalla comunità, si riesce a dare valore a loro volta a famiglia, amici e comunità a cui si appartiene. I ragazzi che io ho avuto modo di incontrare si sentivano bene emotivamente perché chi avevano vicino li faceva sentire importanti, questo stato d’animo era per loro uno scudo contro lo stress, l’ansia e la depressione. I ragazzi che non si sentivano bene con se stessi, invece, pensavano di essere considerati solo sulla base delle loro prestazioni, finivano per essere considerati in modo benevolo solo se ottenevano un buon voto a scuola o un risultato positivo nello sport. Ci sono stati però altri giovani che ho incontrato che erano impegnati a creare emotivamente il proprio curriculum e a non dipendere dagli altri, a loro nessuno chiedeva di restituire qualcosa di diverso da se stessi. Nessuno faceva affidamento su di loro, per questo non avevano alcuna prova che potesse permettergli di capire il loro reale valore.

  • Perché è così fondamentale insegnare ai bambini l’importanza del riposo? Come si può insegnarlo a loro già quando sono piccoli?

È importante aiutare il proprio figlio a gestire la propria energia, possiamo farlo dicendo no a un appuntamento dopo la scuola perché si sa che potrebbero essere nervosi una volta tornati a casa. Dobbiamo inoltre insegnare loro a iscriversi a un’attività che a loro piace solo dopo la scuola; questo permette loro di conoscere i propri limiti e sapere costruire una vita più gestibile, così come dovranno sapere un giorno sfuggire da droga o alcol. Si può iniziare ad avere delle conversazioni ad hoc con loro, dicendo frasi del tipo: “Non lo faremo oggi perché abbiamo corso e ora il nostro corpo ha bisogno di tempo per riposare”.

 

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