Siamo abituati a pensare al parto cesareo come ad un intervento completamente ad appannaggio dei medici, in cui la madre è un soggetto passivo. Oggi, però, qualcosa sta cambiando: sempre più donne, infatti, stanno prendendo parte attivamente a questa delicata procedura, scegliendo quello che viene chiamato “cesareo assistito”.

Questa procedura consiste, in sostanza, nella partecipazione della futura mamma all’intervento chirurgico: qui, la donna ha la possibilità di prendere il bambino direttamente dal suo addome prima di stringerlo a sé. Naturalmente, non viene consentito alla donna di entrare con le mani nell’incisione: prima, un medico aiuta il piccolo a fare uscire testa e spalle, e solo dopo sarà il turno della madre, che potrà effettuare l’estrazione totale.

Anonimo

chiede:

Chiaramente, questa procedura comporta una serie di accorgimenti: anche la paziente, come i medici, dovrà lavare mani e avambracci, e utilizzare guanti sterili. Il drappo che di solito separa la testa della madre dai medici non sarà presente, consentendo anche alla donna di assistere all’intervento. Per questi motivo, naturalmente, solo i cesarei pianificati potranno essere assistiti, e non quelli di emergenza.

Vi sono, però, anche dei rischi, come sottolineato da Josie Urbina, ginecologa dell’Università della California. “Di solito le pazienti sono dietro a una tenda non sterile, con i loro partner, le doula e il team di anestesisti”, dice, sostenendo che il rischio sia quello di “contaminare l’ambiente sterile dove avviene l’operazione”, come riporta l’HuffPost.

Bisogna però sottolineare che questo tipo di parto non è molto comune, anche se molte donne che lo hanno provato si ritengono soddisfatte dell’esperienza, come riportato dal giornale. Per alcune, il fatto di essere rese partecipi può rendere l’esperienza del cesareo più significativa e soddisfacente. “Siccome riesci a chinarti e prendere il tuo bambino dalla pancia da sola, ti senti come se fossi in qualche modo coinvolta nel processo, e questa cosa ti può dare forza” sostiene la fisioterapista australiana Lyz Evans, intervistata dall’HuffPost, secondo la quale molto spesso il cesareo può risultare un’esperienza fredda e distaccata.

A paragone con il mio primo cesareo, mi sono sentita meno clinica, e molto più connessa con la procedura, e così tutti gli altri che erano nella stanza. Sono stata informata di ogni step, il che mi ha molto aiutata a sentirmi parte del team (…) È stato uno dei momenti più incredibili della mia vita.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...