La commissione giuridica del Parlamento europeo ha votato in favore del progetto di legge che facilita il riconoscimento delle famiglie LGBTQIA+ in tutta l’Unione Europea tramite l’utilizzo di un certificato: l’obiettivo della proposta è di tutelare i figli delle cosiddette famiglie arcobaleno, che troppo spesso vedono decadere i propri diritti qualora si spostino in altri stati dell’UE che non riconoscono l’omogenitorialità.

Lo scopo della proposta di legge sarebbe dunque quello di introdurre un certificato europeo di genitorialità (Epc), che andrebbe a regolamentare esclusivamente il riconoscimento della genitorialità. Quest’ultima rimarrebbe infatti materia della legislazione del singolo Paese, lasciando la libertà agli Stati di decidere su temi come la gestazione per altri e l’adozione, ma verrebbe poi riconosciuta come tale in tutti gli Stati membri.

Ad oggi, infatti, sono circa due milioni i bambini che corrono il rischio di non venire riconosciuti come figli dei propri genitori in caso di spostamento o trasferimento all’interno di un altro Paese membro.

E sono molti i politici che ritengono inaccettabile lo stato delle cose, tra le quali l’italiana Sabrina Pignedoli, che ha commentato in una nota: “Il principio di base prevede che se si è padre o madre in uno Stato membro questo rapporto debba automaticamente essere riconosciuto in tutti gli altri Stati membri. Oggi non è così purtroppo in Ungheria, Polonia o Bulgaria, Paesi che non riconoscono la filiazione stabilita in un altro Stato nei casi di genitori LGBT”, riporta Politicanews.

Se il provvedimento entrerà in vigore, ogni singolo caso sarà poi valutato individualmente: nel caso in cui gli Stati si oppongano alla richiesta, le genitorialità rimarrà comunque considerata legittima fino a risoluzione del caso.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...