Carolina Morace e la moglie Nicola Jane Williams: "Vorremmo dei figli, ma in Italia è vietato"

L'ex calciatrice, oggi europarlamentare, si è aperta sul desiderio di avere figli con la moglie, Nicola Jane Williams, sposata 10 anni fa.

Carolina Morace, icona del calcio femminile ben prima che questo sport assumesse il risalto che ha ottenuto – con merito – negli ultimi anni, e fresca europarlamentare nelle fila del Movimento 5 Stelle, si è aperta in un’intervista con Alessia Arcolaci di Vanity Fair, raccontando, fra le varie cose, anche del rapporto con la moglie, Nicola Jane Williams, con cui è sposata da dieci anni.

Fra gli argomenti toccati non poteva mancare, ovviamente, il tema dei diritti delle coppie LGBTQ+, anche in merito alla genitorialità, molto spesso messa in discussione anche per recenti sentenze dei tribunali.

Lo slogan che mi piace di più è ‘Usa il tuo voto per un’Europa con meno armi e più diritti’. I diritti fondamentali sono scritti nella Carta dei diritti dell’Unione Europea ma viaggiano su velocità diverse. Se guardiamo il Nord Europa, per esempio il Belgio, l’Olanda dove c’è grande apertura e rispetto mentre poi abbiamo Paesi come la Polonia o Malta dove è praticamente impossibile abortire. [l’Italia] è al 36esimo (su 49 Paesi) posto della Rainbow Map per i diritti della comunità LGBTQ+, dopo l’Ungheria. Per me questo è inaccettabile e penso che la politica non stia sentendo la base perché la comunità LGBTQ+ è trasversale. La premier dice che il contrasto all’omofobia è una priorità poi due giorni dopo l’Italia non aderisce alla dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità LGBTQIA+. La gente non va a votare perché si sente presa evidentemente in giro.

Morace ha poi parlato del suo matrimonio, celebrato la prima volta a Bristol nel 2014 e riconfermato poi ogni cinque anni; nel 2019, ad esempio, in Australia, Paese d’origine della moglie, con la registrazione successiva dell’unione civile in Italia. Impossibile, poi, non andare sul tema dei figli:

Nicola ha una figlia in Australia con un’altra donna e il suo nome è scritto nel certificato di nascita della bambina ed è quello che vorrei che la legge garantisse anche in Italia alle famiglie omogenitoriali. Sono temi che mi stanno molto a cuore. Quello dei figli è un pensiero che io e Nicole abbiamo, vorremmo averne insieme. In Italia però per le coppie omogenitoriali non è possibile.

Williams proviene da un Paese molto aperto alla questione dei diritti civili: “In Australia hanno regolamentato prima l’adozione e intendo la registrazione del nome delle due mamme o dei due papà sul certificato di nascita del bambino/a, del matrimonio, proprio per tutelare i bambini. Nicola qui sorride per tutta la situazione in cui ci troviamo a vivere. Ama l’Italia ma non si abitua alla maleducazione, al nostro modo di parlare così giudicante, così antico”.

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