Teresa Guccini: "Potevo morire di parto. Come Fedez, ringrazio i donatori"

La figlia del cantautore modenese ha parlato sui social della sua esperienza con il parto di suo figlio Pietro, durante il quale si è resa necessaria una trasfusione: “Donare il sangue è fondamentale”.

Teresa Guccini, che di recente è diventata mamma del piccolo Pietro, ha parlato su Instagram dell’importanza delle donazioni di sangue: durante il parto, infatti, alcune complicanze le avevano reso necessaria una trasfusione, esperienza che, stando a quanto riportato, ha molto provato la donna.

Questa foto è del 15 dicembre 2022 ed è il momento esatto in cui sono ritornata molto provata in ostetricia dalla terapia intensiva e ho rivisto il mio Pietro arrivato dalla neonatologia un giorno dopo la sua nascita. Ero letteralmente distrutta e tratti senza memoria”, esordisce Teresa Guccini.

Scrivo queste righe ispirata da quanto accaduto a Fedez perché anche io senza i donatori di sangue non sarei qui a raccontare la mia storia ed è perciò doveroso ringraziarli. C’è un altro motivo per cui scrivo ovvero l’importanza del parto in strutture ospedaliere attrezzate di terzo livello”, prosegue. Poi, racconta di aver avuto paura quando la sua emoglobina è scesa improvvisamente:

La mia è stata una gravidanza perfetta e ho fatto un parto naturale, eppure, quando ho espulso la placenta, ho avuto una emorragia gravissima stimata intorno ai 2200cc che mi ha fatto scendere l’emoglobina a 4. Avere l’emoglobina a 4 all’improvviso (il minimo è 12) significa essere ad un passo dall’andarsene. Ci ho messo mesi a elaborare quanto accaduto perché nella gioia della nascita non ho pensato a me stessa.

E ringrazia la preparazione dei medici, che sono intervenuti tempestivamente: “Senza la prontezza degli anestesisti, ostetrici, ginecologi e rianimatori del Sant’Orsola non ce l’avrei fatta”.

Donare il sangue è fondamentale così come affidarsi a strutture organizzate per partorire (…) Partorire a casa può essere romantico ma non penso sia una scelta saggia per il proprio bene e per quello del vostro bambino”, conclude.

Ringrazio ancora tutto lo staff dell’ospedale e i donatori che mi hanno permesso di raccontarvelo.

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