La gravidanza e il parto, si sa, sono fonte di grandi scombussolamenti a livello ormonale e non solo. Tra le irregolarità che possiamo sperimentare dopo aver dato alla luce il nostro bambino, infatti, c’è anche la stitichezza: una conseguenza normalissima, della quale soffrono fino a tre donne su cinque, e alla quale possiamo correre ai ripari.

Non bisogna, però, confondere una normale irregolarità con la stitichezza. Tra i sintomi di quest’ultima, troviamo infatti: sforzi per eliminare le feci, sensazione di non riuscire a eliminarle del tutto, blocco, feci dure o grumose, meno di tre evacuazioni a settimana.

I motivi di questo problema, nel periodo post-partum, possono essere molteplici. Il primo è un cambiamento di dieta: l’interruzione della regolarità dei pasti, collegata al cambio di tipologia di cibo che viene assunto (per esempio in ospedale), può portare alla stitichezza ed è del tutto normale.

Una seconda motivazione possono essere farmaci, come alcuni antidolorifici prescritti dopo il parto, i quali possono facilmente portare a difficoltà ad evacuare, oppure alcuni integratori. Un ulteriore motivo, inaspettato, può essere poi l’allattamento: questo momento speciale tra mamma e bebè può infatti portare a disidratazione, il che rende le feci più difficili da eliminare. È quindi importantissimo idratarsi il più possibile, e superare il litro e mezzo giornaliero consigliato normalmente.

Il quarto motivo può essere il parto cesareo: dopo di esso, infatti, è molto probabile avere difficoltà a evacuare per circa 2/3 giorni a causa di una condizione chiamata ‘ileo’, una sorta di pausa delle funzioni intestinali durante e immediatamente dopo un intervento chirurgico importante. Ad esso si aggiungono l’inappetenza, il dolore nella zona addominale e l’uso di farmaci che si associano al cesareo, che rendono la stitichezza in questo caso completamente normale nei primissimi giorni.

Quinto e ultimo motivo potrebbero essere una serie di problematiche che sopraggiungono con i parti vaginali, come gli strappi perineali e le emorroidi, oppure il prolasso. Nelle prime settimane postpartum, la presenza di eventuali punti di sutura dovuti a strappi può infatti rendere difficile l’evacuazione, ma niente allarmismi: questo tipo di problematica non causa infatti disfunzioni permanenti.

Nel caso del prolasso, invece, a scatenare problemi intestinali è lo spostamento degli organi pelvici causato dalla riduzione del supporto da parte della cavità pelvica, un rischio che aumenta di 10 volte nel caso di parti vaginali. In molti casi, però, il prolasso non dà sintomi, anche se la sua presenza può rendere difficili molti compiti quotidiani.

Ma cosa fare? Oltre a bere molto e ad aumentare l’apporto di fibre, il consiglio è ovviamente quello di sentire il proprio medico di base, il quale, in base al caso, potrebbe consigliarci dei lassativi o anche della ginnastica per il pavimento pelvico, essenziale per recuperare tonicità e tornare ad essere regolari senza sforzo.

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