Ogni anno una donna su tre soffre di problemi di salute dopo il parto: a rivelarlo è un nuovo studio scientifico pubblicato su The Lancet, il quale svela che 40 milioni di donne a livello globale sperimentano diversi tipi di malessere nei mesi o anni successivi al parto.

Le problematiche variano dal male nella parte bassa della schiena (32% delle donne), al dolore durante i rapporti sessuali (35%), all’incontinenza (dall’8 al 31%), alla depressione (11%-17%). Alcune poi dichiarano di sperimentare ansia (9% to 24%), paura del parto (dal 6% al 15%) e infertilità secondaria (11%).

Il problema, secondo lo studio, è però che molte di queste manifestazioni non sono riconosciute o non sono adeguatamente trattate: “La limitazione delle cure post-natali alle sei settimane dopo il parto è un fattore che contribuisce”, scrivono gli autori della ricerca, sottolineando come molte di queste condizioni perdurino oppure nascano anche mesi il parto.

Problemi come depressione, incontinenza urinaria e anale e disfunzioni sessuali possono essere causate o esacerbate dalla gravidanza e dal parto, ma potrebbero non essere presenti fino a mesi o addirittura anni dopo il parto. Dopo tutto quel tempo, le donne non hanno più accesso ai servizi di assistenza post partum”, continua lo studio.

Dati confermati anche dalla dottoressa Pascale Allotey dell’OMS, che spiega, come riportato sul sito dell’organizzazione: “Molte problematiche tipiche del post partum causano notevoli sofferenze nella vita quotidiana delle donne anche diverso tempo dopo il parto, sia emotivamente che fisicamente, eppure sono in gran parte sottovalutate, sottoriconosciute e sottostimate”.

Una recente ricerca del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie ha inoltre riportato che, negli Stati Uniti, quasi la metà delle donne non si è sentita libera di fare domande durante la gravidanza, mentre un terzo si è sentita discriminata, durante tali visite, a causa della propria etnia, del proprio peso, dell’età o del reddito.

Per tutta la vita, e oltre la maternità, le donne hanno bisogno di accedere a una serie di servizi da parte di operatori sanitari che ascoltino le loro preoccupazioni e soddisfino i loro bisogni – in modo che non solo sopravvivano al parto ma possano godere di buona salute e buona qualità di vita”, ha poi concluso Allotey.

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