Queste sono le nuove linee guida italiane per la gestione della bronchiolite

Il problema colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei due anni e ha come principale agente il virus respiratorio sinciziale (VRS): nell'ultimo periodo ha generato una pressione eccessiva sul sistema sanitario nazionale.

L’inverno è quasi concluso, ma anche nel 2023 abbiamo dovuto registrare non solo alcuni casi di Covid ma anche diversi episodi di bronchiolite in neonati e bambini, che hanno contribuito a mettere in allarme le famiglie, oltre a generare spesso pressione negli ospedali. Colpi d’aria e basse temperature sono certamente tra i fattori che possono scatenare l’insorgere del problema, che diventa più frequente soprattutto da novembre a marzo.

A essere maggiormente colpiti sono soprattutto i piccoli fino a due anni, che riscontrano un’infezione virale che coinvolge la parte finale dei bronchi, con sintomi piuttosto simili a quelli di un raffreddore, quali naso chiuso, congestione e starnuti. Tra le principali cause della bronchiolite c’è il virus respiratorio sinciziale (VRS), anche se spesso si riscontrano anche altri tipi di virus, tra cui quelli influenzali, parainfluenzali  e i metapneumovirus.

In genere sono sufficienti pochi giorni per risolvere il problema, spesso anche in modo spontaneo. La Società Italiana di Pediatria (SIP) ha però deciso di supportare i genitori nella gestione di queste situazioni e ha voluto così rendere note una serie di linee guida che possono fare da indicazione su come comportarsi per aiutare i propri figli qualora dovessero ammalarsi.

Non è casuale che il documento sia stato pubblicato proprio ora, visto che, come ha sottolineato la presidente di SIP Annamaria Staiano, il servizio sanitario è risultato essere in sofferenza a causa di questo tipo di virus. Anche i pediatri possono così ritenere molto utili queste raccomandazioni e arrivare così a un approccio condiviso.

L’utilizzo di farmaci andrebbe comunque moderato, non sempre sono così indispensabili: “Si utilizzano spesso farmaci per i quali non vi sono evidenze e che questi farmaci possono anche causare effetti collaterali – sono le parole di Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda-Ospedale Università di Padova -. Farmaci come il cortisone, gli antibiotici i broncodilatatori non dovrebbero essere usati, mentre questo ancora accade spesso. Le Linee guida enfatizzano l’importanza di dare informazioni ai genitori dei bambini piccoli per prevenire l’infezione, perché nella bronchiolite uno degli aspetti fondamentali è quello della prevenzione, dal momento che, oltre all’ossigeno, non vi sono né antivirali né vaccini disponibili”.

Agire in via preventiva è possibile, bastano alcune semplici accortezze per evitare che i bambini possano ammalarsi. Chi è raffreddato dovrebbe utilizzare la mascherina nel caso in cui dovesse avvicinarsi ed evitare di abbracciarlo. Prima di toccarlo è inoltre indispensabile lavare la mani, specialmente con un gel alcolico o con acqua e sapone, come abbiamo imparato a fare nel pieno della pandemia. I più piccoli non dovrebbero inoltre stare a contatto a prescindere con persone (adulti e non solo) che hanno sintomi influenzali. È inoltre fondamentale evitare di fumare in casa alla presenza di bimbi.

Una maggiore precauzione dovrebbe essere inoltre osservata con i nati prematuri, che hanno un sistema immunitario più vulnerabile. Un’azione preventiva potrebbe essere svolta dall’assunzione di anticorpi monoclonali, ma di questo sarebbe bene parlare con il pediatra di fiducia, che conosce bene la situazione di ogni suo paziente. Chi sta ancora allattando dovrebbe poi continuare a dare il latte materino, che ha il vantaggio di contenere anticorpi utili a ridurre il rischio di bronchiolite, oltre che di altri tipi di virus.

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