Incinte sul lavoro: il caldo estremo raddoppia il rischio di aborto e di nati morti. Lo studio

Una nuova ricerca, svolta in India, ha studiato l’impatto del caldo estremo sulle donne lavoratrici incinte: ecco i rischi ai quali ci espone il cambiamento climatico.

Un nuovo studio ha rivelato che le donne incinte che lavorano al caldo estremo sono più esposte ad aborti spontanei e morti del feto.

La ricerca, svolta dallo Sri Ramachandra Institute of Higher Education and Research (SRIHER) di Chennai, in India, a partire dal 2017, ha utilizzato come campione 400 donne che lavoravano in ambienti caldi, come fornaci per produrre mattoni o nell’ambito dell’agricoltura, e 400 in luoghi più freschi come scuole e ospedali: secondo i risultati, le prime erano due volte più esposte ad aborti spontanei e morti in utero rispetto alle seconde.

Precedenti ricerche avevano già mostrato un aumento del 15% di nascite premature e nati morti durante le ondate di caldo, ma gli studi erano stati svolti in Paesi ad alto reddito come gli Stati Uniti. Le donne incinte che hanno preso parte allo studio in India, invece, sono “in prima linea nello sperimentare le conseguenze del del cambiamento climatico”, come afferma la professoressa Jane Hirst, ostetrica consulente e professoressa di salute globale delle donne al George Institute, come riportato da BBC. Secondo un recente studio dell’Università di Cambridge, infatti, l’India potrebbe diventare uno dei primi Paesi al mondo in cui le temperature supereranno il limite di sicurezza.

Sumathy, una raccoglitrice di cetrioli che ha preso parte alla ricerca e della quale non si conosce il cognome, ha raccontato la sua esperienza a Tulip Mazumdar, corrispondente della BBC. Mi sentivo esausta a lavorare con il caldo mentre ero incinta”, ha svelato la donna, la quale aveva avuto un aborto spontaneo alla dodicesima settimana di gravidanza: “Mio marito mi ha tenuta in grembo e ha consolata. Non so cosa avrei fatto senza di lui”. Una situazione lavorativa spesso tragica: “Queste donne non hanno altra scelta se non lavorare all’aperto esponendosi al sole. Hanno bisogno di soldi”, ha detto la ricercatrice Rekha Shanmugam al corrispondente.

Un’emergenza che, però, non riguarda solo i paesi in via di sviluppo. “Il cambiamento climatico con estati sempre più calde non colpisce solo le future mamme nei tropici, ma anche in paesi come il Regno Unito”, ha continuato la professoressa Hirst. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della sanità, infatti, il cambiamento climatico è una minaccia esistenziale per tutti noi”, anche se le donne incinte ne affronteranno “alcune delle conseguenze più gravi”. Al momento, inoltre, non esistono linee guida per la tutela delle donne gestanti che lavorano al caldo.

Niente allarmismi, però: secondo Hirst infatti, bisogna “mettere in prospettiva” i dati: la possibilità di perdere un bambino è infatti un “evento raro per la maggior parte delle donne”.

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