Carenza farmaci essenziali, i pediatri sul caso amoxicillina: "Grave rischio"

Il problema persiste ormai da mesi, questo costringe i medici a prescrivere medicinali alternativi, che possono pero provocare reazioni avverse e difficilmente prevedibili.

L’inverno si è concluso, ma sono ancora tanti i bambini che stanno riscontrando problemi respiratori, che possono richiedere l’utilizzo di antibiotici, ma ormai da tempo questi farmaci essenziali sono difficili da reperire. Tra novembre 2022 e febbraio 2023 sono in tanti ad avere faringotonsilliti e scarlattine a causa dello streptococco, disturbo che ha coinvolto un numero maggiore di pazienti rispetto al passato, a cui adesso si è aggiunto anche l’adenovirus, che finisce per colpire le vie respiratorie e l’apparato gastrointestinale, generando febbre, tosse, raffreddore, diarrea e vomito.

A preoccupare i pediatri, però, non sono solo i malati in sé, ma proprio la difficoltà nell’avere a disposizione i medicinali che possono curare queste malattie. Davvero forte è la carenza di amoxicillina, ritenuta il primo strumento utile per alleviare i sintomi in età pediatrica. Si tratta di una difficoltà che ha iniziato a manifestarsi nel 2021, quando riguardava soprattutto i tipi destinati a uso ospedaliero, ma che da novembre 2022 è diventata generalizzata, al punto tale da coinvolgere un po’ tutte le zone della nostra Penisola.

Impossibile non essere preoccupati, visto che l’amoxicillina viene consigliata anche per combattere alcune tra le malattie infettive più comuni, sulla base delle indicazioni che vengono fornite ai medici da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle linee guida che vengono diffuse a livello internazionale. Sono diversi i motivi che la rendono tra i preferiti dai dottori: ha innanzitutto pochi effetti collaterali, controlla l’antibiotico resistenza, è efficace ed è a basso costo.

Non resta che inevitabile porsi una domanda fondamentale: perché l’amoxicillina è così introvabile da mesi? Tra le cause potrebbe esserci proprio il costo ridotto, che potrebbe rivelarsi un deterrente per le case farmaceutiche per aumentarne la produzione.

In attesa di capire se il problema sarà risolto in tempi rapidi, i dottori sono inevitabilmente costretti a prescrivere farmaci alternativi, ma questo può aumentare effetti e reazioni avverse, che possono non essere prevedibili. L’Associazione Culturale Pediatri ha così voluto farsi portavoce di un appello all’AIFA e al governo, con la speranza che presto possano essere trovate soluzioni adeguate per sopperire alla carenza di farmaci. A farne le spese, infatti, è l’intera popolazione, non solo i bambini: l’Italia ha infatti il primato, al pari della Spagna, nell’antibiotico resistenza, che è ambientale e non individuale.

Se il quadro non dovesse cambiare in tempi brevi, l’ACP ritiene sia importante prendere in considerazione l’idea di un sistema sanitario universalistico. In Italia è presente uno stabilimento chimico farmacologico militare dove sono stati spesso prodotti farmaci di prima necessità. Ora invece si starebbe riscontrando una scarsa attenzione al problema, nonostante non sia una situazione che coinvolge solo i più piccoli.

La richiesta, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) è stata poi rivolta anche a Giorgio Palù, presidente dell’AIFA e ad Anna Maria Marra, sostituta direttrice generatrice dell’AIFA, per far sì che possa essere fatto qualcosa di concreto per garantire la salute dei più piccoli.

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