I papà potranno assistere al cesareo: lo ha deciso l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, nel quale da oggi le porte della sala parto saranno aperte ai papà o a una persona cara scelta dalla partoriente non solo per il parto naturale, ma anche in caso di taglio cesareo non d’urgenza.

Il primo episodio risale a pochi giorni fa, quando un papà di 33 anni ha potuto assistere alla nascita del suo primogenito al fianco della sua partner di 31. Il piccolo, un maschio di 2,87 kg di peso, è nato grazie all’intervento dell’équipe di anestesisti della dottoressa Mariella Maio ed ai neonatologi dell’équipe della professoressa Alessandra Coscia, come riportato da Rai News Piemonte. La donna è inoltre stata seguita dall’Ostetricia e Ginecologia 2 universitaria diretta dal professor Alberto Revelli.

Vorremmo che l’apertura alla presenza del papà durante il parto cesareo, che favorisce anche la maggior tranquillità della mamma, diventasse una prassi”, ha spiegato il dottor Umberto Fiandra, Direttore Sanitario dell’Ospedale Sant’Anna, come riportato da Vanity Fair. “La presenza del papà o della persona cara sarà possibile presso il nostro Ospedale per 500 parti cesarei l’anno: cioè per quelli programmati e non di urgenza, momenti in cui l’attenzione dei professionisti sanitari deve essere invece completamente dedicata a madre e neonato”.

La partecipazione del papà o della persona cara può avvenire in diverse fasi: la presenza in sala di preparazione, la presenza in sala risveglio con mamma e bebè subito dopo l’intervento, e poi la presenza durante il momento del vero e proprio taglio cesareo.

La decisione rientra in una serie di sforzi che l’ospedale sta facendo per migliorare l’esperienza della madre, del padre e del nascituro, e non è la sola novità introdotta dal Sant’Anna: la struttura si sta infatti impegnando non solo per il maggiore coinvolgimento dei papà o delle persone care scelte dalla puerpera, ma anche per l’introduzione del protocollo ERAS per migliorare la ripresa della donna dopo il parto cesareo.

L’ospedale, inoltre, sta facendo sforzi per il miglioramento dell’accoglienza attraverso pratiche come il contatto pelle a pelle, il taglio ritardato del cordone ombelicale e l’avvio precoce dell’allattamento al seno nelle prime ore di vita.

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