Laura Chiatti: "I miei figli (7 e 8 anni) dormono con noi", i pro e i contro del co-sleeping

In un’intervista, l’attrice ha raccontato l’abitudine di dormire con i propri figli: “Cresceranno e quest’intimità finirà, per cui intanto ce la godiamo”.

Laura Chiatti, 41 anni, ha raccontato in un’esclusiva intervista al magazine F. la sua abitudine a dormire con i figli: “Stiamo tutti in un letto oversize con un lettino attaccato vicino”, ha detto al giornale.

Sono calci, botte, ma poi cresceranno e quest’intimità finirà, per cui intanto ce la godiamo. Io ho dormito con i miei fino ai 14 anni. Tornavo da una serata con le amiche e mi infilavo nel loro letto”, ha poi continuato l’attrice. La pratica per la quale i bambini dormono vicini ai genitori, nella stessa stanza o direttamente nello stesso letto, invece che in stanze separate, si chiama co-sleeping. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Il co-sleeping è un pratica genitoriale ad alto contatto, e si basa quindi sul fatto che alcuni bambini abbiano più bisogno di altri di contatto fisico. Nonostante questa pratica abbia numerosi detrattori, sono molti i benefici che, secondo gli esperti, questa abitudine apporterebbe ai genitori tanto quanto ai bambini: oltre ad essere un’abitudine molto comoda per l’allattamento al seno e per sorvegliare eventuali risvegli notturni, il co-sleeping migliorerebbe anche il bonding tra genitori e figli.

Inoltre, uno studio del 2004 pubblicato su Infant and Child Development ha provato come i bambini che crescono con questa pratica siano più indipendenti e sicuri di sé e sviluppino una migliore capacità di stringere amicizie con i propri pari.

Vi sono però anche dei contro, soprattutto di natura pratica: in particolare, è stato notato come, nel caso in cui oltre alla stanza si condivida anche il letto, possano aumentare i rischi di provocare involontariamente danni fisici al bambino. Bisognerebbe dunque, in questo caso, prendere accorgimenti come: usare un side-bed, cioè una culla affiancata al letto come se fosse un proseguimento, non mettere il bambino tra i due genitori, e utilizzare una sponda laterale per evitare cadute. Condividere il letto per i primi mesi di vita rimane comunque sconsigliato, a causa del rischio maggiore di SIDS.

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