L'allattamento al seno ha ucciso il desiderio? Ecco come recuperarlo

Sono molte le neomamme che riscontrano questa sensazione: le cause possono essere diverse, ma attraverso alcuni semplici accorgimenti è possibile rimediare e non perdere l'intesa con il partner.

L’allattamento al seno può permettere di instaurare un rapporto stretto tra mamma e bambino, nonostante possa rivelarsi comunque particolarmente impegnativo, visto che non permette di delegare ad altri questo momento. Sono però in tante nel post partum a riscontrare un calo del desiderio, circostanza che può essere ritenuta naturale per una donna ma che può arrivare a incidere sulla relazione con il partner.

Essere consapevole delle motivazioni di questo fenomeno, che è particolarmente diffuso, può aiutare ad affrontarlo al meglio e a capire come risolverlo. In genere, ogni medico consiglia di astenersi dai rapporti sessuali almeno per una quarantina di giorni dopo avere partorito, tempistica che può diventare superiore per chi ha avuto un parto cesareo. A volte, però, ci sono puerpere che continuano ad avere una sorta di rifiuto per l’attività sessuale a distanza di diverse settimane dalla nascita del proprio bambino, nonostante il compagno provi ad avvicinarsi.

Non c’è una motivazione univoca per questa situazione, che può avere ragioni differenti.

Nella maggior parte dei casi questa può essere legata al ruolo svolto dagli ormoni. Gli estrogeni possono diventare minori e generano in questi casi secchezza vaginale, circostanza che porta a rendere la penetrazione particolarmente dolorosa. Allo stesso tempo, però, nel corso dell’allattamento al seno aumenta la produzione di prolattina, ormone adibito a questa funzione, ma che può ridurre gli estrogeni e l’eccitazione. Tra i rimedi più adatti c’è l’utilizzo di un lubrificante, che può essere consigliato anche dal proprio ginecologo di fiducia.

Alcune donne, invece, rifiutano i rapporti sessuali per timore di provare dolore, specialmente se sono state sottoposte all’episiotomia. La tensione muscolare che può verificarsi può complicare la penetrazione, nonostante il partner cerchi di essere il più delicato possibile.

Alcune segnalano inoltre un’atrofia vaginale, ovvero quella situazione in cui la vagina diventa più stretta a causa dell’assenza prolungata di intimità. Il rimedio migliore è dato dall’incremento della frequenta nei rapporti.

Non si deve inoltre trascurare l’incidenza che la stanchezza può avere su molte donne. Dover allattare, infatti, comporta la necessità, soprattutto nel primo periodo, di svegliarsi la notte, cosa che può influire sull’efficienza nel corso delle ore successive. Se si è stanchi si può non avere voglia di sesso, ma solo di poter riposare.

Alcune hanno poi paura di sentirsi a disagio se dovessero perdere latte mentre sono in intimità. È comunque possibile agire d’anticipo pompando un po’ di latte o indossando reggiseno o copricapezzoli prima di fare sesso. Non è escluso che anche nell’uomo possa poi subentrare una sorta di gelosia nei confronti della partner, specialmente se la vede ricoprire di attenzioni il neonato. Non si deve cmunque mai pensare che sia sbagliato allattare il bambino fino a che lo si ritiene giusto.

Non si dovrebbe però essere mai intimiditi all’idea di fare sesso dopo il parto. Provare un po’ di imbarazzo potrebbe essere normale, ma si dovrebbe prendere questo momento provando curiosità nei confronti del proprio corpo e parlando apertamente con il partner di quello che si sente. Se la situazione dovesse persistere anche a distanza di tempo dal giorno in cui è venuto alla luce il bimbo, al punto tale da compromettere l’autostima della donna, potrebbe trattarsi di depressine post partum, che andrebbe trattata con l’aiuto di uno specialista.

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