Le infezioni acquisite in gravidanza dalla madre possono avere un impatto grave sul feto, incidendo sul quadro clinico di quest’ultimo e anche sulle sue possibilità di sopravvivenza. Per questo un’adeguata prevenzione e una diagnosi precoce possono fare la differenza. Così come un tempestivo trattamento, quando possibile.

Come vedremo più avanti nello specifico, infatti, non è sempre possibile agire sulle infezioni in gravidanza. Alcuni farmaci sono potenzialmente dannosi. E non si può non sottovalutare il rischio che si inneschi una setticemia, cioè che l’infezione si diffonda nell’intero organismo attraverso il sangue.

L’infiammazione a livello generalizzato che si manifesta in seguito a setticemia porta a una massiccia risposta del sistema immunitario che stravolge l’equilibrio dell’intero organismo. Questo meccanismo fallimentare di difesa è la sepsi.

Quali sono le infezioni pericolose in gravidanza?

Il dottor Luca Zurzolo, Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia e Ostetricia, ha chiarito alcuni dubbi in merito alle principali infezioni che possono minacciare una gravidanza e possono essere inglobate in tre macro categorie: infezioni sistemiche virali, non virali e batteriche. Spiega il medico:

Le infezioni sistemiche più pericolose, soprattutto per il feto, sono quelle virali, in particolare la rosolia. Questa può causare gravi malformazioni se contratta dopo il primo trimestre di gestazione o l’aborto se contratta nel primo trimestre. Altri virus potenzialmente pericolosi sono gli Herpes virus, EB virus e il virus della varicella-zoster. Tra le infezioni non virali, quella più importante perché molto diffusa è la toxoplasmosi. Infine, le infezioni batteriche più pericolose sono quelle causate dallo streptococco, dalla salmonella e dalla escherichia coli. Sono responsabili delle corio-amnioniti (infezioni della placenta e del liquido amniotico) e possono sfociare, se non curate in tempo, persino in una setticemia.

La corioamniotite è un’infezione della placenta causata da un batterio pericolosissimo per il feto. Arriva all’utero risalendo dalla vagina. Può portare la morte del feto nei casi peggiori, ma anche parto prematuro, paralisi cerebrale infantile, tetraparesi spastica, encefalopatia, meningite, problemi respiratori.

Come prevenire infezioni e setticemia in gravidanza

La prevenzione delle infezioni è anche l’unico modo per proteggere l’organismo dal rischio di setticemia in gravidanza. Ecco i consigli del dottor Luca Zurzolo per evitare di contrarre un’infezione.

Le infezioni in gravidanza si possono evitare con la prevenzione primaria e secondaria, ovvero con la vaccinazione preconcezionale (come nel caso per esempio della rosolia) e con una corretta igiene alimentare e comportamentale (come nel caso della toxoplasmosi, evitando i cibi crudi e il contatto con animali potenzialmente infetti quali cani e soprattutto gatti). Nel caso invece delle infezioni batteriche, bisogna evitare il contatto con le persone infette e con gli alimenti potenzialmente contaminati (frutti di mare, cibi mal conservati). In tutti i casi è buona norma in gravidanza lavare frequentemente le mani e cercare di non portarle alla bocca.

Come si curano le infezioni in gravidanza

Come anticipato non è sempre possibile procedere con una cura farmacologica: la gravidanza, infatti, non è compatibile con alcuni farmaci, come spiegato dal dott. Zurzolo:

La terapia delle infezioni in gravidanza deve tenere conto dello stato gravidico e dell’agente infettante. Per le infezioni virali non c’è cura perché i farmaci antivirali sono controindicati in quanto potenzialmente teratogeni. Nel caso delle infezioni batteriche bisogna adoperare antibiotici che non abbiano fetotossicità e quindi preferire le penicilline ad ampio spettro. L’unica infezione non batterica che può essere trattata in gravidanza è la toxoplasmosi.

Setticemia in gravidanza: sintomi, cura e conseguenze

Un’infezione non trattata in modo adeguato e tempestivo può portare a setticemia. Questa a sua volta può ulteriormente complicarsi in sepsi. La setticemia si manifesta in modo molto rapido. I sintomi iniziali più evidenti sono febbre, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà respiratorio.

Poi subentrano nausea, vomito, debolezza, ipotensione, ipotermia e spesso confusione mentale o addirittura perdita di coscienza. Oltre ad avere effetti sulla donna, però, la setticemia ha conseguenze gravi anche sul feto. Conclude il medico:

Generalmente le infezioni nel primo trimestre causano o l’aborto oppure non presentano gravi conseguenze per il feto nel prosieguo della gravidanza. È il cosiddetto fenomeno del “tutto o nulla”. Nel caso delle infezioni contratte nel secondo e terzo trimestre bisogna distinguere se sono virali, batteriche o protozoarie. Nel caso delle infezioni virali, non essendovi terapie attuabili può essere necessario, nei casi di accertata infezione in atto, ricorrere all’interruzione della gravidanza. L’agente virale patogeno può provocare, come nel caso della rosolia, gravi malformazioni fetali che interessano soprattutto l’apparato cardiovascolare e il sistema nervoso centrale. Le infezioni batteriche possono causare corio-amnioniti, ascite fetale sino ad arrivare alla morte endouterina fetale. Se non vengono tempestivamente riconosciute e trattate con gli antibiotici si può arrivare alla setticemia che può portare a gravi conseguenze materno-fetali.

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  • Patologie in gravidanza