Un’indagine condotta all’interno dei principali centri di sterilità pubblici italiani, che aveva come obiettivo quello di avere un’idea concreta e realistica dell’attuale livello di assistenza, e soprattutto dei tempi di accesso per l’esecuzione di una tecnica di PMA di II livello, la cosiddetta Fivet o Icsi, ha evidenziato come più si scende lungo lo stivale e più i tempi di attesa per accedere alle tecniche si allungano. Nel dettaglio, si va da un tempo di attesa di 18 mesi in Sicilia (a fronte di un solo mese di attesa per ottenere una prima visita ginecologica per infertilità), passando per la Puglia, dove, ottenuta una prenotazione nel giro di 2-3 mesi non è dato invece sapere quando si potrà accedere al primo trattamento dal momento che non si è mai ricevuta alcuna risposta, fino alla Calabria, dove entrambe le liste di attesa sono invece bloccate.

L’indagine, condotta da un gruppo di studentesse della facoltà di medicina dell’Università La Sapienza di Roma, è stata coordinata e supervisionata dal professor Rocco Rago, neo Direttore del rinnovato centro di sterilità dell’ospedale romano Sandro Pertini, nonché docente di Endocrinologia alla “Sapienza” Università di Roma.

Al nord, la media per macroregione è di circa 3 mesi di attesa per la prima visita e di 5 mesi per l’esecuzione di una tecnica di PMA. I tempi più brevi si riscontrano nella virtuosa Val D’Aosta, con i suoi due mesi di attesa per accedere alla prima visita, ma zero tempi di attesa per accedere alle tecniche di PMA. Sempre al nord, tra i tempi più lunghi quelli del Veneto con i suoi 15 mesi di attesa e la Liguria con 12.

Al Centro, l’offerta più rapida proviene dall’Umbria (1 mese per la prima visita presso il solo centro pubblico presente in regione e 6 mesi per accedere alle tecniche di PMA di II livello); regione virtuosa la Toscana, con i suoi 3 mesi di attesa media per la prima visita e ben due centri su tre con nessuna lista d’attesa per accedere alle tecniche di PMA. Una disamina a parte merita invece la regione Lazio: innanzitutto, non tutti i Centri Pubblici presenti sul Registro PMA dell’Istituto Superiore di Sanità effettuano tecniche di PMA di II Livello e questo non ha certo reso più facile l’indagine, ingenerando anche un po’ di confusione al momento della richiesta. Ad ogni buon conto, dall’indagine (a venir contattati telefonicamente sono stati i CUP) è emerso che i tempi medi per il Lazio sono di un mese per ottenere una prima visita ginecologica e di 10 mesi per poter invece accedere alle tecniche di PMA di II livello.

È invece su scala nazionale, che spicca per eccellenza, e proprio nel Lazio, il rinnovato centro di sterilità dell’ospedale romano Sandro Pertini, i cui tempi di attesa per accedere alle tecniche di PMA di II livello sono anche qui, pari a zero. Dalla riapertura del centro a Marzo del 2015 (va ricordato che stiamo parlando del centro che è stato protagonista di un grave evento avverso come quello dello scambio degli embrioni avvenuto nel 2013 e poi chiuso per circa un anno) sono state attivate oltre 800 nuove cartelle cliniche e sono state eseguite oltre 200 tecniche di PMA di II livello, ovvero quelle che prevedono il recupero di ovociti dalla donna e la fertilizzazione in laboratorio con gli spermatozoi del proprio partner.

Attualmente, il tasso di gravidanze ottenute a seguito di tecniche di procreazione di II livello effettuate in donne di età tra i 30 e i 43 anni è pari al 29,3%, laddove la media nazionale si attesta tra il 20 e il 25%. Si va da un 41,4% di tasso di gravidanze ottenute tra donne di età inferiore ai 25 anni, fino ad un incoraggiante 26% di tasso di successo tra le donne di età compresa tra i 39 e i 42. Tutti dati incoraggianti, quindi, per le coppie del Lazio che dovessero decidere di intraprendere un percorso del genere per realizzare il proprio desiderio di genitorialità.

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  • Infertilità di Coppia