Il tar del Lazio ha dichiarato illegittime le linee guide della Legge 40. Dopo un anno di polemiche, una consultazione referendaria aspra ed un’applicazione che ha subito nell’arco dei due anni di vita della legge una serie di attacchi da ogni fronte, è la giustizia amministrativa a scrivere il nuovo capitolo sulla procreazione assistita. Dichiarando la legge illegittima in alcune sue parti. Il giudizio si riferisce alla diagnosi preimpianto dell’embrione. In pratica viene bocciato il divieto di diagnosi preimpianto e la predeterminazione del numero degli embrioni da ottenere e poi da impiantare in utero, in misura pari ad un numero massimo di tre. In aggiunta, il Tar del Lazio solleva la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 14 (commi 2 e 3), della legge 40 del 19 febbraio 2004, per contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione. Rinviando alla Consulta il problema.

Pertanto è stato pienamente accolto il ricorso di un gruppo di associazioni, fra le quali Madre Provetta, Amica Cicogna e Warm, che chiedevano l’annullamento per eccesso di potere delle linee guida sulla fecondazione medicalmente assistita. La decisione è successiva alle indicazioni del Tribunale di Firenze che un mese fa aveva accolto il ricorso di una coppia, stabilendo che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perché contro la legge stessa e contro la Costituzione, e che al contrario è possibile la diagnosi preventiva se c’è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica. Nella stessa sentenza il tribunale aveva affermato che è lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare può compromettere la salute della donna. In precedenza una decisione analoga era stata presa dal tribunale di Cagliari.

Ovviamente le reazione non si sono fatte attendere, anche alla luce del fatto che un tale giudizio rende praticamente instabile l’impianto dell’intera Legge 40 e comporterebbe l’approvazione di una nuova normativa.

L’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, responsabile del dicastero al momento dell’approvazione della legge, risponde piccato in merito al diritto alla salute che rischierebbe di essere leso. “Non credo proprio venga leso il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, mi pare giusto ricordare che la legge 40 non è un provvedimento che mira a conservare la salute, quanto a normare la possibilità di avere un figlio“.

Il comitato Scienza e Vita si pone sulla stessa lunghezza d’onda intervenendo sugli aspetti tecnici che la sentenza comporterebbe: “L’esclusione da parte del Tar del Lazio della cosiddetta diagnosi di tipo osservazionale sull’embrione (assolutamente non invasiva) – precisa l’Associazione – aprirebbe la porta, secondo i sostenitori del ricorso, alla diagnosi genetica preimpianto che, come la letteratura scientifica ampiamente documenta, è essa stessa causa di gravi danni per l’embrione. Va comunque detto che proprio per queste ragioni nella sentenza del Tar non c’è traccia alcuna di un via libera alla diagnosi preimpianto“. “La diagnosi genetica preimpianto – precisa ancora Scienza & Vita in una nota – a sua volta finisce con il legittimare la selezione a scopi eugenetici degli embrioni che è espressamente vietata dalla stessa legge 40. Di qui un corto circuito che il legislatore non può consentire“.

Di diverso avviso invece le Associazioni che hanno presentato il ricorso ed i rappresentanti del fronte del si all’abrogazione della Legge 40. “Un fatto positivo, molto serio e prevedibile che ora pone un serio problema di costituzionalità della legge 40“. Dichiara l’ex ministro Prestigiacomo, seguita a ruota dal ginecologo Severino Antinori, che annuncia addirittura una manifestazione e chiede apertamente le dimissioni del Ministro della salute, la quale tuttavia avrebbe avuto già pronto un nuovo impianto normativo in merito alla procreazione assistita: “Domani – annuncia Antinori – sotto al ministero della Salute faremo una grande manifestazione con migliaia di coppie contro l’ignavia del ministro Turco: non abbiamo più bisogno di lei, sarà direttamente la Consulta a eliminare la legge“.

Sembrano dunque essersi riorganizzati gli schieramenti trasversali che già due anni fa si sono dati battaglia in merito alla legge 40 ed alla sua abrogazione. Nell’attesa che la Corte costituzionale, che dovrebbe pronunciarsi sulla presunta incostituzionalità della legge 40, dia un’ulteriore indicazione in merito alle ragioni degli uni o degli altri.

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  • Infertilità di Coppia