Fra i nomi maschili storicamente più popolari, non solo in Italia ma anche all’estero, Carlo e le sue varianti straniere derivano dal nome germanico Karl, basato sulla radice carl, che ha il significato di “uomo”, “maschio”, “marito”, o, per estensione “forte”, e più avanti “uomo di condizione libera”.

Tale radice, piuttosto rara nell’onomastica germanica, si ritrova anche in una manciata di altri nomi, quali Carlofredo e Carlomanno.

Ci sono però anche teorie alternative per cui il nome sarebbe da ricondurre al più diffuso elemento hari (“esercito”).

Tipicamente francone, il nome è stato portato in latino come Carolus e Carlus, e deve la sua diffusione nell’Europa continentale soprattutto ai sovrani franchi che lo hanno portato, su tutti i celebri Carlo Martello, Carlo il Calvo ma soprattutto Carlo Magno, che pose gran parte dei Paesi europei sotto il suo dominio.

Dopo di loro il nome venne portato da numerosi sovrani di varie potenze europee, dal Sacro Romano Impero a Sardegna, Savoia, Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria e Svezia, mentre in Italia la popolarità del nome è data soprattutto da San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e cardinale, motivo per cui l’onomastico di Carlo si celebra il 4 novembre, anche se ci sono altri santi e beati onorati in vari giorni dell’anno. In Inghilterra, invece, il nome si diffuse solo nel momento in cui salì al trono Carlo I, della famiglia Stuart.

Le varianti principali sono appunto l’inglese e francese Charles, l’iberico Carlos, il tedesco e norvegese Karl, il polacco Karol.

In Italia il nome si è mantenuto sempre su una discreta media di diffusione, anche se nel 2019 è parso leggermente in calo, con 667 bambini chiamati così.

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