Anonimo

chiede:

Gentilissimo dottore! Se due individui fenotipicamente normali ma eterozigoti
per la talassemia vogliono avere un figlio, è vero che c’è il 25% di probabilità
che il figlio sia malato?

Egregia Signora,
le talassemie sono un gruppo di disturbi ereditari dovuti ad alterazioni
nella sintesi dei componenti di una molecola chiamata emoglobina.
L’emoglobina è una grossa proteina contenuta nei globuli rossi, la cui funzione
è quella di catturare l’ossigeno dai polmoni e trasportarlo nei diversi
tessuti. L’emoglobina raccoglie anche l’anidride carbonica prodotta nei
tessuti e la trasporta ai polmoni, dove viene eliminata.
La proteina dell’emoglobina è costituita a sua volta da quattro catene proteiche
più piccole (sub-unità). Negli adulti ogni molecola di emoglobina contiene
due subunità dette di tipo alfa e due subunità dette di tipo beta.
Le beta talassemie sono un gruppo eterogeneo di malattie che hanno in comune
la sintesi difettosa delle catene beta dell’emoglobina. A causa della produzione
difettosa di catene beta, le catene alfa si uniscono e formano degli aggregati
che danneggiano la membrana del globulo rosso. Ne deriva la distruzione
precoce dei precursori dei globuli rossi nel midollo (una condizione detta
eritropoiesi inefficace) e, in misura minore, la loro distruzione nella
milza (emolisi). Quando entrambe le copie (materna e paterna) del gene della catena beta
dell?emoglobina sono difettose si ha la talassemia major, o morbo di Cooley,
che si manifesta verso il quarto-sesto mese di vita. L’assenza totale delle
catene beta porta ad una grave anemia e a modificazioni scheletriche – perché
il midollo osseo, dove vengono prodotti i globuli rossi, aumenta di volume
per cercare di compensare la perdita.
I globuli rossi che vengono prodotti sono però poveri di emoglobina e vengono
presto distrutti a causa dell?accumulo di a-catene, causando ingrossamento
della milza (splenomegalia). Se non viene curata, la talassemia major può
portare alla morte fra i 3 e i 6 anni di vita.
La talassemia intermedia è una forma attenuata di talassemia, che si manifesta
in modo estremamente variabile in individui omozigoti. I sintomi più tipici
sono anemia, ingrossamento della milza (splenomegalia), calcolosi biliare
a ulcere malleolari.
Le ragioni per cui alcuni individui omozigoti manifestano la talassemia
major ed alcuni la talassemia intermedia sono diverse. Una ragione può essere
il tipo di alterazione genetica (ne esistono più di 200), un’altra è la
presenza di altre condizioni genetiche che limitano i danni della talassemia. Il gene che codifica per la beta globina è localizzato sul cromosoma 11.
Si conoscono più di 200 alterazioni di questo gene che causano una beta
talassemia. – Quando entrambe le copie (materna e paterna) del gene sono
difettose (una condizione detta omozigosi), si può avere talassemia major
(con un quadro clinico più grave) oppure talassemia intermedia (una forma
più lieve di talassemia). – Le persone che possiedono una sola copia alterata
del gene sono dette eterozigoti, e in genere non presentano alcun sintomo,
o sintomi molto lievi. Queste persone sono in genere i portatori sani della
malattia. La talassemia major si può manifestare nei figli solo se entrambi i genitori
sono eterozigoti per la beta talassemia. Per i figli di genitori eterozigoti
esiste 1 probabilità su 4 di essere affetto da talassemia beta (omozigote),
e 1 probabilità su 2 di nascere eterozigote. Con appositi test ematologici
o tramite l’analisi del DNA (che si effettua a partire da un prelievo di
sangue) è possibile identificare gli individui eterozigoti, anche se questi
non presentano alcun sintomo. Nelle popolazioni di origine meridionale,
insulare e del delta padano, e specialmente in Sardegna (data l’elevata
frequenza della malattia in queste zone) si pratica uno screening di massa,
preferibilmente prematrimoniale, per individuare i portatori, a cui deve
seguire una consulenza genetica. Oltre ai sintomi, il medico baserà la sua diagnosi su una serie di esami
che comprendono la determinazione della quantità e del tipo di emoglobine
presenti, e del numero e del volume di globuli rossi, che permettono tra
l’altro di distinguere i malati di talassemia beta da quelli affetti da
talassemia alfa. L?elettroforesi è una tecnica molto usata nei laboratori
per l’analisi delle proteine. In questo caso viene usata per identificare
i diversi tipi di emoglobine presenti nel sangue. Sì. La diagnosi prenatale
è possibile e si basa sull’identificazione diretta di mutazioni nel DNA
fetale in gravidanze a rischio. La terapia classica per la talassemia major consiste in ripetute trasfusioni.
Queste, però, provocano un accumulo di ferro nel sangue che bisogna eliminare
con una terapia a base di farmaci detti chelanti, che sequestrano ed eliminano
il ferro, come la deferoxamina B, che viene somministrata tramite lunghe
e ripetute infusioni (fino a 12 ore al giorno). Oggi esiste anche un chelante
orale (diferipone) che sembra dare risultati promettenti. Per la talassemia
intermedia, il trattamento è sintomatico. Le trasfusioni non sono necessarie.
Utile è la somministrazione di acido folico. Un farmaco chiamato idrossiurea,
sperimentato di recente, ha dato occasionalmente risultati positivi. L’idrossiurea
ha effetti collaterali anche gravi, e solo uno specialista potrà decidere
le modalità del trattamento. E’ stato tentato l’uso di questo farmaco per
curare anche la talassemia major, ma i risultati sono stati nulli. Il trapianto
di midollo, attualmente, è l’unica cura che può portare alla guarigione
definitiva per le persone affette da talassemia major. Il problema maggiore
del trapianto di midollo è la necessità di identificare donatori compatibili,
di solito fratelli/sorelle del paziente. Il trapianto di midollo da familiare
HLA-compatibile, al momento attuale, se eseguito in soggetti senza complicanze
da ottimi risultati; con una sopravvivenza libera da malattia variabile
dall?80% al 95%. Risultati meno buoni si hanno nei trapianti da donatore
non familiare HLA-compatibile. La ricerca di donatori non familiari compatibili
è un processo lungo e complesso che si basa su una collaborazione internazionale
tra banche di donatori.
Egregia signora, avete fatto l’esame del DNA? Sapete quale mutazione avete?
Mi faccia sapere
Cordialmente

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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