Boel test

Il Boel-test si esegue solitamente tra il 7 e il 9 mese di vita del neonato, è un test non invasivo e assolutamente indolore. Per il bambino rappresenta più che altro un gioco, mentre fornisce al pediatra alcune indicazioni importanti riguardanti il quadro neuro-motorio, la vista e l'udito del piccolo.

Il Boel-test è un test non invasivo e assolutamente indolore. Per il bambino rappresenta più che altro un gioco, mentre fornisce al medico alcune indicazioni importanti riguardanti il quadro neuro-motorio, la vista e l’udito del nostro piccolo.

Si esegue solitamente tra il 7 e il 9 mese di vita del neonato, utilizzando dei campanellini detti ball e bells che hanno una frequenza compresa tra i 4000 e i 12000 Hz con circa 45Db, un bastoncino rosso e un paio di anelli rotanti. I bastonicini e gli anelli servono ad attirare l’attenzione del bambino mentre verrà verificato l’udito.

Solitamente il Boel Test (“Boel” è un acronimo derivato dalla lingua svedese, in italiano è tradotto con “orientamento dello sguardo dopo stimolo sonoro”) viene eseguito come segue: il genitore tiene sulle ginocchia il neonato, il dottore, che è di fronte al bimbo, mostra il bastoncino rosso e quando il bambino inizia a mostrare interesse e quindi la sua attenzione, il bastoncino viene spostato sia orizzontalmente che verticalmente, in questo modo si valutano l’attenzione e i movimenti oculari. Si lascia giocare il bambino con il bastoncino, in modo da rilassarlo, quindi il dottore riprende il bastoncino e muovendolo orizzontalmente, lo porta nella direzione opposta all’orecchio che vuole esaminare. A questo punto vengono utilizzati i campanellini (se il bastoncino è a dx si esamina l’orecchio sx e viceversa), che si posizionano a circa 20 cm e, uno alla volta, con un dito vengono fatti suonare. La risposta del bambino normalmente sarà di voltare lo sguardo verso il nuovo rumore, ignorando il bastoncino rosso. L’esame viene ripetuto per l’altro orecchio, dopo aver attirato nuovamente l’attenzione del bimbo sul bastoncino o sugli anelli.

Reazioni possibili:

  • Il bambino risponde agli stimoli: ha una buona attenzione uditiva e non ci sono altri problemi.
  • Se il bambino non risponde agli stimoli sonori, il test viene ripetuto solitamente dopo 1 settimana; se il test risulta ancora anormale, occorre eseguire una valutazione audiologica più approfondita.

Ci sono punti critici del test, che a volte vanno imputati all’esperienza del dottore che sta valutando il bambino e sono:

  • movimenti maldestri che possono distrarre il bambino;
  • la relativa velocità  del test, che deve essere somministrato al massimo in 10 minuti;
  • la capacità del dottore/esaminatore di mantenere alta l’attenzione del bambino per tutta la durata dell’esame.

Ovviamente le informazioni che il medico trae dalla valutazione del Boel test possono essere valutate anche in altri momenti, ma il Boel è un test utile a più livelli, dato che la risposta è chiara ed inequivocabile di alcuni problemi uditivi (sempre che il test sia stato eseguito correttamente).

Non tutti i bambini che non rispondono bene al test hanno questa situazione, a volte chi non risponde in modo ‘corretto’ al test potrebbe aver contratto un banale raffreddore che ha provocato un accumulo di muco all’interno dell’orecchio (otite media essudativa) che non lo fa sentire bene per qualche tempo, oppure è in brutta giornata, perciò non molto collaborativo. In casi come questi, il pediatra dovrebbe richiedere un ulteriore esame, a distanza di qualche giorno e solo nel caso di una conferma, richiede un esame di livello superiore presso strutture abilitate allo scopo.

Naturalmente il discorso è diverso se i genitori notano qualcosa di strano, o se il bambino è predisposto a correre dei rischi in questo senso (i prematuri, chi ha avuto gravi infezioni, ecc.): in questi casi non si aspetta di effettuare il BOEL test a sette/otto mesi, ma l’udito viene testato subito con le tecnologie a disposizion

 

 

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