Anonimo

chiede:

Gentili dottori, spero vogliate rispondermi anche se pongo un
quesito cui avete, talvolta, già dato risposta. Ho 34 anni e sono alla mia
prima gravidanza.
Prima di recarmi alla prima visita ginecologica, mi sono sottoposta al
prelievo ematico, i cui risultati ho poi mostrato alla dottoressa, che ha
stabilito, tra l’altro, che mi trovo alla 6° settimana di attesa.
I risultati del toxotest sono i seguenti: Antitoxoplasma igG 21.0Ul/ml, igM
positivo debole, avidity toxoplasmosi 0.5(>0.300= pregressa).IO ho
l’assoluta certezza d’aver contratto la toxoplasmosi 19 anni or sono, e
non ero preoccupata da quest’esito, anche perché nel 2002 mi ero già
sottoposta agli esami e l’esito era analogo: antitoxoplasma igG 57.1, igM
positivo; Toxoplasmosi igM index 2.804 (positivo per index>0.500).
La ginecologa cui mi sono rivolta è preoccupata, e teme una possibile
riattivazione, quindi vorrebbe mi sottoponessi ad analisi più
approfondite, ad esempio a Bologna (io vivo a Piacenza), mentre ili mio
medico di base, che ha tutta la mia fiducia, ritiene la mia situazione
tranquilla e non crede che l’esito del Toxotest possa pregiudicare il buon
esito della mia gravidanza. Terrei tantissimo ad un vostro parere, poiché
l’ansia mi sta divorando e sta compromettendo quello che dovrebbe essere
il periodo più sereno e felice della mia vita… devo rifare gli
esami? Devo rivolgermi a un centro specializzato? Devo temere per la salute
del bambino, quand’anche la gravidanza andasse a buon fine?
Grazia infinite,

Gentile Costanza,
in teoria la toxoplasmosi è pericolosa in gravidanza solo in caso di primo
contagio. A questo segue la produzione delle IgM, le prime a essere prodotte
e poi le IgG. Nei mesi successivi, sempre in teoria, le IgM calano fino a
sparire e le IgG restano presenti per tutta la vita dando immunità e
protezione. Quindi la consapevolezza di un’immunità già presente nel 2002,
potrebbe rendere inutile persino ripetere il test. Purtroppo non è sempre
tutto così trasparente e lei ne è la prova. Capita così che le IgM
persistano e diano luogo a dubbi. Molti studiosi ammettono la presenza per
lungo tempo di cisti in cui si indova il protozoo e che possano rompersi
liberandolo in circolo e determinando una reinfezione, in barba ai principi
teorici della prima infezione. Nel suo caso, il test dell’avidity ha
dimostrato un’infezione abbastanza lontana nel tempo, da non essere
pericolosa. Tuttavia i centri di riferimento sulla toxoplasmosi suggeriscono
in tali casi di effettuare ugualmente la terapia. Prima di fare ulteriori
esami consulti a Bologna, presso la Clinica Ostetrica di Via Massarenti,
l’ambulatorio di infettivologia in gravidanza di cui è responsabile la
Dott.ssa Guerra, molto esperta in tale campo. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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