Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, leggendo il vostro forum scopro di tante donne che
cercano
disperatamente una gravidanza oppure di donne che pur rimanendo incinte
dall’oggi al domani abortiscono senza aver fatto niente per meritarselo,
ed
io quando leggo di queste storie capisco quanto sono egoista, io che ho
avuto la fortuna di ricevere in dono la mia prima figlia senza dovermi
sottoporre a lunghe e talvolta estenuanti ricerche e tentativi e che
adesso
sono incinta di otto settimane con il dubbio se portare avanti la
gravidanza. Ma a questo stato d’animo c’è una spiegazione, che comunque
non
mi mette al riparo dal mio egoismo, è sarebbe questa, anzitutto mi sono
preclusa per i prossimi due anni, la possibilità di trovare un lavoro che
mi
permettesse di raggiungere un minimo di autonomia economica tale da non
essere dipendente da mio marito, considerato che con tanto sacrificio e
dedizione ho cercato di finire gli studi universitari, e nel frattempo
crescere la mia primogenita. Ma la mia perplessità più grande, cara
dottoressa è quella di essere tagliata fuori sia per una questione di età
ma
anche per non aver fatto un minimo di esperienza, considerato che per i
prossimi due anni sarò impegnata fra cambi di pannolini e poppate. Poi ci
sarebbe un’altra cosa che mi genera ansia da prestazione, ed è questo:
sarò
capace di gestirmi la giornata con due figli senza ricevere l’aiuto da
nessuno, vuoi perchè i miei familiari vivono in Basilicata ed io, per aver
seguito mio marito, vivo in provincia di Bologna, il quale per lavoro è
fuori
dodici ore al giorno?
Sono queste, seppur in breve, le ragioni che mi fanno dubitare se
continuare
la gravidanza o meno, ma che comunque non mi giustificheranno mai
abbastanza
dal mio egoismo. Dottoressa, questa non è altro che la continuazione di
un’altra email che le ho spedito qualche giorno fa, ma questa lettera ha
qualcosa in più dell’altra, e cioè ho fatto il punto della situazione in
base alla quale devo prendere una decisione, le chiedo comunque di
rispondermi almeno per sentirmi un po’ meno sola. Grazie.

È vero che ci sono molte donne che, pur desiderandolo fortemente, non
riescono ad avere figli o a portare a termine una gravidanza. Il fatto però
che di fronte ad una situazione di difficoltà e di sofferenza tu ti chieda
se per te è la cosa giusta portare avanti la tua seconda gravidanza o meno,
non lo considero affatto un atto di egoismo, ma anzi, un importante momento
di riflessione. Tu hai sentito che dentro di te, di fronte a questo secondo
figlio, si muovevano sentimenti contrastanti, non solo di gioia ma anche di
rabbia, frustrazione, impotenza, paura, ed hai avuto il coraggio di
ammetterli a te stessa e di guardarteli. Hai voluto interrogarti per poter
prendere la decisione migliore per te e per la tua famiglia. In tutto questo
non riesco a vedere egoismo, ma solo senso di responsabilità, verso te
stessa e le tue esigenze, i tuoi bisogni, e verso questo bambino in arrivo.
In fondo è come se ti stessi chiedendo: “riuscirò ad amare questo bambino
nonostante senta che mi toglie l’opportunità di realizzarmi sul lavoro in
questo momento?”. Sei sola tante ore al giorno, in una città che non è la
tua, con la tua famiglia di origine lontana, molte donne si farebbero le
stesse domande che ti fai tu, molte donne avrebbero paura di non farcela, si
sentirebbero spaventate dall’impegno e dalla solitudine.
Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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