Egregi Signori,
nel mese di gennaio sono rientrata in ufficio dopo la mia seconda
gravidanza, lavoro presso uno studio legale molto grande, assunta con
contratto degli studi professionali (orario 8 ore). Da qualche giorno,
avendo il bambino compiuto l’anno di età, è terminato il mio periodo di
allattamento nel quale usufruivo di un orario ridotto di 6 ore. Ho
chiesto che mi fosse concessa un ulteriore periodo di riduzione di orario
a 6 ore, per sei mesi. Cosa che è stata già concessa ad altre colleghe e
della quale io stessa ho usufruito nella mia prima gravidanza.
La responsabile del personale mi ha risposto che non solo non mi
concedono questa cosa, ma che questa cosa non è mai esistita!
A parte questa assurdità, mi chiedo se può essere in qualche modo un
diritto acquisito il fatto che altre persone ne abbiano già usufruito o
se devo rassegnarmi e accettare questo rifiuto. Ci tengo a precisare che
al rientro dalla maternità non ho più riavuto il mio posto, ma mi stanno
facendo fare da jolly/tappabuchi.
Vi ringrazio sin d’ora per l’attenzione e Vi invio i miei più cordiali
saluti
Gentile Utente, la possibilità di trasformazione temporanea del rapporto di
lavoro da tempo pieno a tempo parziale da parte del genitore che abbia
necessità di accudire la prole, successivamente al compimento del primo anno
di età del bambino, dovrebbe essere previsto dal contratto di lavoro o,
comunque, concordato anticipatamente col datore di lavoro. In alcune aziende
il passaggio a rapporto di lavoro ad orario ridotto, in tale ipotesi, è
consentito ad una determinata percentuale di lavoratori e proporzionalmente
al numero dei dipendenti impiegati. Le rammento, infine, che al rientro dal
congedo per maternità ha il diritto ad essere reintegrata nel Suo posto di
lavoro con le mansioni precedentemente svolte. Cordiali saluti.
* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento