Preoccupazioni

Gentile dottore, cinque mesi fa ho perso mia figlia alla 25^ settimana. Come le avevo già scritto ho eseguito l’esame istologico della placenta di cui riporto la diagnosi: “Peso placentare superiore al 90° percentile. Funisite e marcata coriamniosite. Presenza di villi coriali ipermaturi per l’età gestazionale ipovascolarizzati frammisti a villi intermedi maturi focalmente avascolari ed ematosi. Un infarto placentare”. Finalmente dopo 5 mesi sono riuscita a completare i numerosi esami prescrittimi. Lo screening sulla trombofilia è risultato negativo anche se è emersa un’iperomocisteinemia (valore iniziale 17,1 che dopo un mese di trattamento con folina è sceso a 13,25), la mutazione omozigote del gene MHTFR ed una lieve carenza di vitamina b2 e b12 oltre alla presenza degli anticorpi ANA in titolo 1:160 con pattern punteggiato. Il mio nuovo ginecologo sembra convinto che l’infezione abbia oltrepassato la placenta poiché essa presentava un’ipovascolarizzazione dovuta alla presenza di elevati valori di omocisteina in combinazione con la presenza degli ANA. Mi ha inoltre spiegato che volendo avere un’ulteriore gravidanza dovrei, una volta rimasta incinta, essere sottoposta a terapia con eparina e a frequenti monitoraggi. Sto aspettando il responso di un’ulteriore analisi (AC anti ENA SSa/SSb) a fronte della quale dovrebbe eventualmente essermi applicata un’ulteriore terapia. Vorrei sapere cosa ne pensa: intraprendendo una nuova gravidanza il rischio che mi ricapiti un evento simile, seguendo la terapia indicata, è ancora elevato? Inoltre è sufficiente tenere nella norma i valori dell’omocisteina per contrastare i problemi che la mutazione MHTFR può provocare? Distinti saluti