Anonimo

chiede:

Buonasera, ho 30 anni e da qualche mese io e mio marito stiamo cercando
un bimbo che tarda ad arrivare. Inizialmente non avevo problemi
all’arrivo delle mestruazioni, ma poi qualcosa é cambiato.
Nel mese di agosto ho dovuto intraprendere una terapia con ciclosporina
causa malattia dermatologica autoimmune che mi aveva davvero dilaniata,
sia dal punto di vista fisico (di notte non dormivo a causa del dolore e
del prurito e di giorno ero uno zombie) che da quello psicologico. Con la
ciclosporina ho dovuto smettere di cercare il mio bimbo. Dopo sole 2
settimane di cura il miglioramento improvviso ed importante :mi sentivo
rinata, ero felice di me stessa e del mio corpo. Proprio a quel punto, in
fase ovulatoria, si é rotto il preservativo. In accordo con mio marito ho
quindi rinunciato alla terapia, a me stessa ed all’equilibrio ritrovato
per abbracciare totalmente la nuova vita che forse si stava facendo
strada dentro di me.
Da quel giorno tutto é cambiato perché per la prima volta ho davvero
capito cos’é l’amore di una mamma che rinuncia a tutto per suo figlio, ma
purtroppo non ero comunque incinta.
La mia malattia é migliorata sensibilmente per cui non sono più stata
sottoposta ad alcuna terapia, ma ogni volta che vedo un “pancione” due
lacrimoni mi rigano le guance, ogni nuova mestruazione mi lascia dentro
uno strascico di tristezza. Sia io che mio marito stiamo facendo
accertamenti per assicurarci che sia tutto a posto, ma vorrei (e credo
anche di dovere) trovare un modo per stare su di morale durante “l’attesa
dell’attesa”.
Chiedo un suo gentile parere, anche per sapere se quello che mi sta
accadendo é patologico o normale.

Salve,
inizio dalla sua ultima domanda. Credo che quello che le sta succedendo sia
davvero molto normale, direi naturale. Quando per una donna arriva il
momento in cui si sente pronta a diventare madre, questo accade non solo
nella sua mente ma anche nel suo corpo. Il sistema ormonale guida il nostro
istinto alla maternità e alla procreazione ed è strettamente connesso con il
mondo emotivo. Quindi niente di strano se al desiderio di maternità e ad un
sistema ormonale che si prepara alla riproduzione si accompagni una
sensibilità emotiva più intensa, che la porta a commuoversi, o ad
addolorarsi, alla vista di un pancione. D’altra parte, il collegamento tra
il nostro corpo e la nostra psiche è talmente stretto e inscindibile che
anche il piano emotivo influisce sul sistema ormonale e sulla realizzazione
o meno della maternità. Laddove l’attesa e il dolore, che può assumere i
contorni di un vero e proprio lutto, diventano costanti, permeanti la vita
della donna, queste emozioni possono interferire con il normale
funzionamento fisiologico del sistema riproduttivo femminile, ponendo la
donna in uno stato di ansia tale da ostacolare la gravidanza. La invito
perciò a non spaventarsi per queste sue reazioni emotive, comprensibili e
normali, ma anche a vivere il tempo dell’attesa senza permearlo di eccessiva
ansia e preoccupazione, che rischiano solo di essere controproducenti. La
sua età le permette di vivere l’attesa di un figlio con serenità, svolgendo
eventualmente, come già state facendo peraltro, i necessari controlli medici
per valutare se ci possono essere impedimenti (stavolta sì biologici, e non
emotivi) ad una gravidanza.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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