Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, ho 28 anni, una bimba di 3 anni e sono alla mia seconda gravidanza, la mia piccola Gioia ha cominciato a darmi problemi nell’andare a scuola già da un po’ di tempo. Io non riesco a capire se il problema è legato alla gravidanza (lei è contenta che arriverà una sorellina, ha deciso lei anche come chiamarla, io partorirò a fine febbrai e ne manca ancora di tempo…) o se dipende dalla scuola in sé. Ha frequentato il nido nella stessa struttura e non ha mai avuto problemi ad andarci, anzi era contenta, mentre da quando è iniziata la materna è una tragedia. Piange fino a provocarsi il vomito, dice di non volere andare a scuola perché ci sono delle bimbe brutte e io mi sento un mostro a lasciarla a scuola completamente in lacrime. Ho provato a parlarne con la maestra e mi ha risposto che la colpa è mia perché sono incinta. Sono davvero disperata, vorrei capire come comportarmi. Sinceramente sono tentata di ritirarla da scuola e cambiare ambiente, ma non so se sarebbe la scelta giusta. Lei cosa ne pensa? Cosa potrei fare per la mia principessa? La ringrazio moltissimo.

Cara signora, resto perplessa dalle parole della maestra… Spero vivamente che la sua sia solo un’estrema sintesi di un discorso più ampio fatto dalla maestra, perché dire che la bambina piange per colpa sua perché è incinta lo trovo assurdo. Va detto che il concetto di gravidanza per una bambina di tre anni è difficile da comprendere. Spesso i bambini all’idea di avere un fratellino o una sorellina sono felicissimi, e durante l’attesa si mostrano impazienti e contenti, mentre alla nascita del fratellino l’atteggiamento cambia. Questo perché l’idea di avere un fratellino per loro è avere un compagno di giochi, della loro età. E questo ovviamente a loro piace. Salvo poi scoprire che invece di un compagno di giochi, almeno per un annetto avranno per casa un neonato che sottrarrà loro attenzioni, tempo dei genitori, coccole. E lì inizieranno le naturali manifestazioni di gelosia. Quindi pensare che già adesso Gioia pianga all’asilo per “colpa” della gravidanza mi sembra eccessivo. Questa sua opposizione all’asilo può avere però un legame: sente che c’è un cambiamento in arrivo, e il bisogno dei bambini quando sentono perturbazioni del loro equilibrio nell’aria è quello di rimanere vicini alle persone che danno loro stabilità e sicurezza, cioè i genitori, e stare nel luogo che più trasmette loro sicurezza perché più conosciuto, quindi la casa. In questo senso voglio interpretare le parole un po’ maldestre, almeno per come le riporta lei, della maestra. C’è un altro fatto. Verso i tre anni i bambini entrano in una fase in cui iniziano a socializzare maggiormente. E’ vero che al nido stanno comunque in mezzo agli altri, ma è dopo i 3 anni che inizia la socializzazione vera e propria, con le gioie e i dolori che questo comporta. L’asilo diventa il primo ambiente socialmente strutturato dopo la famiglia, in cui ci sono delle regole a cui attenersi, nonché le regole del gruppo, con bambini che possono accettare o meno la presenza degli altri, accoglierli o rifiutarli, competere per un gioco, e tutto questo è molto faticoso e a volte molto lontano dall’immagine idilliaca che noi adulti ci creiamo dell’asilo. Detto questo, io darei ancora tempo alla sua bambina per adattarsi. Cambiarle asilo sarebbe un errore, sia perché la sottoporrebbe ad un cambiamento a poche settimane dal grande cambiamento della nascita della sorellina, sia perché penso si tratti di un problema di adattamento della sua bambina, non di asilo. Ogni bambino ha i suoi tempi, c’è solo da avere pazienza e attendere che accetti la nuova situazione. Senza far sentire a sua figlia incertezze o dubbi da parte sua. Se sua figlia vede che quando la lascia all’asilo lei è in lacrime o indecisa se lasciarla o no, a Gioia arriva il messaggio che neanche lei è convinta di lasciarla in un posto sicuro e accogliente, e quindi sua figlia non si riuscirà a rilassarsi. La accompagni serena, convinta di quello che fa e dia tempo a sua figlia per adattarsi. Ci sono bambini che piangono per tutto il primo anno di asilo, poi improvvisamente fanno il salto di crescita che serve loro e da un giorno all’altro iniziano ad andare tranquilli e felici all’asilo.
Cordialmente

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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