Anonimo

chiede:

Gentili esperti, ho bisogno di avere un Vostro autorevole parere su una questione che da qualche mese mi da un po’ di pensieri. Ho un bimbo di quasi 4 anni che non accetta di essere secondo o di perdere, mi spiego meglio con degli esempi:1) giochiamo a basket? Non accetta che la palla non entri, per lui deve essere sempre canestro altrimenti diventa isterico, urla, si dimena; 2) stiamo rincasando? Lui deve essere il primo ad arrivare alla porta di casa; 3) ci prepariamo per uscire? Lui deve essere il primo a lavarsi e a vestirsi, se scopre che io o il padre siamo pronti prima di lui pianta dei capricci incredibili. Questi sono solo alcuni esempi di cose che accadono quasi quotidianamente e che alcune volte sono insostenibili. C’è da aggiungere che poi, sovente, anche quando gioca con qualche coetaneo vuole vincere sempre o vuole che il gioco segua quelle che sono le idee e le regole che lui ha in mente, senza cedere verso l’altro bimbo e così molto spesso tra urla e strilli devo portarlo via e lui si perde momenti di condivisione con amici o cuginetti. Posso solo far presente che mi faccio carico delle responsabilità che ho, secondo me, in questa situazione: purtroppo è stato un mio errore insegnarli alcune cose basendole su una gara (es. durante lo spannolinamento per invogliarlo ad andare in bagno gli dicevo: “vediamo chi arriva prima a far pipì, tu o la mamma?; oppure la mattina per velocizzare tutte le pratiche del vestire e non arrivare sempre alle 10 all’asilo, sovente gli dico :”vediamo chi si prepara prima?” e ovviamente era ed è sempre lui a “vincere”. Penso che questo mio atteggiamento possa averlo condizionato. Ora però sono veramente in crisi e non so più veramente come rispondere a questi suoi attacchi di isteria pura. Gli dico che non sempre si può essere primi, che non è tutto una gara, ma lui non ci sente e ripeto, mi assumo la colpa di questo. Spero di essere riuscita a spiegarVi sufficientemente bene la situazione e aspetto fiduciosa una Vostra risposta. Grazie e buon lavoro.

Gentile mamma, come riconosce il comportamento dei genitori può influenzare lo sviluppo dei figli, ma non parlerei di colpa: non c’è l’intenzione di fare del male ma, come persone umane, si commettono degli errori. E, sempre come persone umane, è possibile cercare di riparare: nel caso descritto, credo possa essere utile insegnare al bambino a tollerare la frustrazione, a farlo sentire amato anche quando non è il primo e non vince. Innanzitutto potrebbe abolire la gara del vestirsi e mostrarsi contenta nei confronti di suo figlio, anche se è pronto dopo di lei. Se le difficoltà persistono, lei e il padre potreste valutare una consulenza mirata ad attivare le vostre risorse genitoriali. Un saluto.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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