Anonimo

chiede:

Buongiorno. Ho una bambina di 3 anni appena compiuti e un bambino
che proprio domani ne compie uno. Volevo il Suo parere in merito al fatto
che mia figlia da un bel po’ di tempo vuole solo me per fare tutto, anche
le cose che prima faceva abitualmente col papà e addirittura lo manda via
e lo allontana anche bruscamente. Mio marito è sempre con noi, lavora in
ufficio come me e appena esce dal lavoro viene a casa per stare tutti
insieme. Spende molto tempo a giocare coi bambini, e nonostante ciò ci
sono proprio dei momenti in cui Martina non lo vuole, gli dice “vai via”
“voglio solo mamma”, anche se chiama la notte e va lui anziché io.
Inutile dire che mio marito, che adora i nostri bimbi, soffre molto di
questa situazione e non sa più come comportarsi. Se potesse darci qualche
idea per affrontare il problema gliene saremmo grati.

Carissima Chiara, credo proprio che il problema di sua figlia sia solo il
naturale effetto collaterale della sana gelosia che tutti i primogeniti
vivono quando nasce loro un fratellino o una sorellina. Per quanto lei
sicuramente si sarà spesa in questo anno a non far ingelosire troppo sua
figlia per le cure che dedica al fratellino, non è possibile per la piccola
non provare questo naturale sentimento e questo bisogno di sentire che la
mamma è solo sua. Questo si manifesta attraverso il comportamento che mi
descrive: richiedere la presenza o le cure della mamma per ogni cosa, anche
per quelle che prima la bambina svolgeva da sola o con il padre. Inoltre,
sua figlia a questa età inizia a imitarla nei comportamenti e negli
atteggiamenti più propriamente femminili, per cui una predilezione per la
mamma è abbastanza comune. Chi ne fa emotivamente le spese è il padre, che
si sente improvvisamente messo un po’ da parte. Ma questo comportamento
della vostra bambina non è ascrivibile a qualche mancanza da parte di suo
marito, che mi descrive attento e presente, ma al cambiamento delle
dinamiche familiari dovute alla presenza del fratellino (che, passato l’effetto
novità e scoperto che non è un giocattolo che rimarrà per poche settimane ma
un inquilino stabile ed un concorrente nella conquista dell’amore della
mamma) e alla costruzione dell’identità femminile di sua figlia. Leggendo la
sua lettera mi sembra di vedere la mia famiglia: ho una figlia di quattro
anni ed un bimbo di due, e le assicuro che le dinamiche sono proprio le
stesse che lei mi descrive. L’unico consiglio che posso darvi è di non
negare, quando possibile, questa presenza materna a Martina quando la
richiede; sta chiedendo una rassicurazione affettiva da parte sua, ed è
importante che la riceva. Tuttavia non potrà evitarle i momenti di
frustrazione, necessari ed inevitabili, in cui lei non può stare con lei
perché deve accudire il fratellino. Saranno momenti un po’ dolorosi per sua
figlia, ma la frustrazione è un elemento fondamentale dell’apprendimento
degli strumenti per affrontare la vita. Quello che suo marito può fare è far
sentire a Martina che c’è, che capisce ed accetta questo momento di “mammite” ed attendere che la piccola si riavvicini a lui. Arriverà questo
momento, mi creda, in questi anni di crescita ci saranno tanti
allontanamenti e re-incontri con i vostri bambini, dettati dai loro bisogni
in quella fase specifica di crescita. Per loro sarà prezioso sapere che
possono “allontanarsi” per un po’ da uno dei genitori e ritornare senza
sentirsi colpevoli o sentire che feriscono il babbo o la mamma, ma che viene
compresa la loro necessità di avere accanto maggiormente uno dei due in quel
periodo.
Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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