Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa, sono mamma di una bambina di 4 anni e mezzo è una bambina dolcissima, solare, che gioca con tutti ma a volte quando siamo al parchetto, si isola giocando da sola le maestre mi hanno detto che a volte lo fa anche a scuola (loro non lo vedono come un problema)… lei che ne pensa, dovrei preoccuparmi? Fin da piccola ha rifiutato il ciuccio mettendo purtroppo il dito in bocca, abitudine che non sono mai riuscita a levarle… da sola però ha smesso di mettere il dito in bocca a scuola e in situazioni fuori casa incominciando però a mangiarsi le unghiette (lei dice di averlo imparato a scuola ed effettivamente ho visto diverse sue amichette farlo, io penso che si vergogni) come posso fare per farle perdere questa brutta abitudine? Forse sono solo mie paure perché in lei rivedo le miei insicurezze e fragilità e mi piacerebbe aiutarla a superarle meglio che può… per lo meno al contrario di me anche se è insicura e timida è molto decisa e sa perfettamente quello che vuole. mi ha chiesto di iscriverla a danza e l’ho fatto volentieri pensando che possa aiutarla a superare come dicevo sopra le sue insicurezze, crede sia la scelta giusta? So che non sono grossi problemi, ma volevo chiedere cortesemente un suo consiglio. Grazie mille

I bambini hanno estremo bisogno (ma anche noi adulti, se ci pensiamo) di alternare la socializzazione, e cioè la condivisione con altri bambini di giochi e spazi, a momenti di solitudine. Sia perché lo stare in mezzo agli altri bambini non sia sempre quell’Eden che noi adulti vogliamo immaginare – i bambini tra loro possono essere molto prepotenti, mediano le contese con le mani, tendono fino ad una certa età a considerare proprio ogni oggetto, anche quello degli altri, e tutto questo può essere molto faticoso per i bambini da gestire e vivere – sia perchè sono i primi momenti in il bambino costruisce la propria consapevolezza di sè, il proprio spazio psicologico. Lo stare da solo, cioè senza altri bambini, o senza adulti che gli dicono continuamente cosa deve o non deve fare, è per il piccolo lo sperimentare se stesso, le prime prove tecniche di autonomia, fondamentali, che doverosamente noi adulti dobbiamo rispettare. Le maestre dell’asilo le dicono di non preoccuparsi perchè non solo è normale, ma è salutare che ogni bambino ogni tanto si isoli per “ritrovare un po’ se stesso”, per stare in compagnia di sè, per “assaggiare” la propria interiorità, certo nel modo in cui è capace alla sua età. Infatti in questi momenti di isolamento i bambini giocano, costruiscono delle situazioni, per esempio parlando alle bambole e facendo loro fare delle cose, magari per rivivere, attraverso quel gioco, momenti di interazione vissuti poco prima.
La timidezza poi non è sinonimo di insicurezza o fragilità, ma è un tratto innato del temperamento del bambino. Ci sono bambini che nascono estroversi e bambini che nascono introversi. Questi ultimi tenderanno ad essere più timidi, ovvero avranno bisogno di più tempo per “assaggiare” l’ambiente prima di aprirsi agli altri e mostrarsi. Altra cosa è un sentimento di vergogna costante che un bambino, continuamente ripreso e denigrato dai genitori per qualunque cosa ritenuta sbagliata o non adeguata che fa, può vivere sentendosi costantemente “sbagliato” e sotto gli occhi di tutti. Un atteggiamento educativo che stimoli il senso di vergogna costante nel bambino, quello sì che è qualcosa di deleterio e fortemente doloroso per un bambino, perché lo sottopone al dramma di vivere con l’idea che tutti stiano lì sempre a guardarlo per vedere quando sbaglierà. Ecco allora che stare in mezzo agli altri non provocherà solo un po’ di fisiologica e normale timidezza, ma un disagio costante e distruttivo per la costruzione del proprio Sé.
Mi descrive una bambina solare, che socializza volentieri con gli altri bambini, non mi pare che mostri nessun segno di disagio particolare. Mangiarsi le unghie può darsi che sia diventato un sostituto del dito in bocca. Se è vero da una parte che il dito in bocca non è esattamente un toccasana per un buon sviluppo della bocca e del palato, è pur vero che in situazioni in cui i bambini sono fuori casa o a scuola (cioè in cui sono fuori da casa, il luogo che dà loro rassicurazione e senso di protezione totale) spesso hanno bisogno di comportamenti di contenimento che li rassicurino, come appunto il dito in bocca. Provi se vuole a proporle qualcos’altro che non sia il mangiarsi le unghie, ma riconoscendo il suo bisogno di fare un gesto che la rassicuri, senza farla vergognare per quello che fa. Non mescoli le sue insicurezze con quelle di sua figlia, come dice lei stessa siete molto diverse, e quindi probabilmente gli stessi comportamenti in lei bambina e in sua figlia hanno significati diversi. La iscriva pure a danza, ma per proporre a sua figlia qualcosa che la diverta, che le faccia piacere fare, senza ansie da prestazione, né senza l’intenzione di curarle insicurezze patologiche che non ci sono.
Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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