Anonimo

chiede:

Salve,
ho presentato un certificato di maternità al mio datore di lavoro lo
scorso 13 dicembre richiedendo l’astensione facoltativa da lavoro in
quanto l’azienda non è idonea per le donne in gravidanza. La mia
ginecologa mi ha fornito il certificato dicendomi che dal primo giugno
2010 dovesse essere il datore di lavoro ad occuparsi di richiedere la
maternità e mi ha dato 15 giorni di malattia tempo sufficiente ad avere
una risposta ed entrare in maternità. Quindi la mia malattia finiva il 31
dicembre 2010. Il 13 gennaio ricevo la telefonata del mio datore di lavoro
che mi dice che devo presentare un altro certificato di malattia perché
ancora non hanno ricevuto risposta. Ho chiesto come sarei stata pagata
questi 13 giorni di silenzio perché il medico avrebbe potuto farmi la
malattia dal 13 non dal primo gennaio, ma non mi hanno saputo
rispondere. Cosa devo fare? La domanda di maternità parte dalla
presentazione del certificato o sono assente ingiustificata? Grazie

Gentile Utente, dalla Sua lettera non si evince chiaramente a quale
tipologia di astensione faccia riferimento. Lei afferma di svolgere
un’attività lavorativa non idonea al Suo stato di gravidanza. Presumo,
dunque, che intenda riferirsi all’interdizione anticipata per condizioni di
rischio. Al riguardo Le ricordo che per ottenere l’autorizzazione alla
maternità anticipata, la lavoratrice deve inviare apposita domanda alla
Direzione Provinciale del Lavoro territorialmente competente, allegando un
certificato di gravidanza che attesti l’esistenza di una condizione di
rischio prevista dalla legge. Il certificato deve essere rilasciato da una
Asl (ospedale o consultorio). In caso di certificato redatto da un medico
privato, quest’ultimo deve convalidarlo presso la struttura pubblica
(decreto legislativo n. 151, 26 marzo 2001). Se entro 7 giorni dalla
presentazione della domanda la Direzione Provinciale del Lavoro non emette
alcun provvedimento, la richiesta s’intende accolta
Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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