Anonimo

chiede:

Buongiorno dottore,
sono una donna di 32 anni e madre di un figlio di 12 anni. La prima
gravidanza è stata inaspettata ma dopo lo choc iniziale, vista la mia
giovane età, tutto poi si è svolto nel migliore dei modi, insomma una
gravidanza meravigliosa. Mio figlio è nato con parto naturale nei
termini previsti.
Da aprile 2006, ho deciso di avere un secondo figlio, nonostante venissi
da un periodo di lunghi mesi in cui accusavo disturbi, per i quali
nessuno specialista tra quelli consultati è stato in grado di elaborare
una diagnosi. Continuavo ad avere problemi di equilibrio, continui mal
di testa e stanchezza in generale, tutti sintomi che non mi permettevano
di avere quella lucidità mentale necessaria per svolgere le abituali
mansioni che avevo in ufficio: infatti, sono stata costretta ad
assentarmi per un lungo periodo. Tutti questi disturbi, venivano
identificati nella maggior parte dei casi, (visto l’esito negativo dei
vari esami a cui sono stata sottoposta, Tac del cranio, Risonanza
dell’orecchio interno, evocati uditivi con visita neurologica, holter,
visita otorinolaringoiatrica), con una depressione in corso per la quale
era d’obbligo terapia opportuna. Sono sempre stata molto scettica, io
ero sicurissima di non avere problemi depressivi, anche se il fatto che
nessuno specialista fra quelli interpellati fosse in grado di
comprendere i miei reali problemi mi demoralizzava non poco. Ma
nonostante gli antidepressivi prescritti sembrassero l’unica via di
cura, non ne ho mai voluti assumere.
A settembre, in occasione di una visita di routine dal mio nuovo
ginecologo, con una banale ecografia alla tiroide, egli mi suggerisce di
consultare nell’immediato un endocrinologo e nel frattempo mi prescrive
un prelievo del sangue per il controllo degli ormoni tiroidei e degli
anticorpi. Qualche giorno dopo, prima ancora del periodo del mio ciclo,
capisco di essere incinta, e da lì a pochi giorni il classico test me ne
dà conferma. Nel frattempo l’esito del prelievo effettuato, rivela dei
valori assolutamente fuori norma ma avevo già fissato l’appuntamento con
l’endocrinologo da lì a qualche giorno. Alla sesta settimana di
gravidanza, avverto dei dolorini al basso ventre, tipici del ciclo
mestruale e con mio grande stupore al mattino tra le urine intravedo del
sangue. Allarmata, contatto il ginecologo che avrei dovuto comunque
incontrare per un appuntamento già fissato due giorni dopo, per una
visita immediata. Durante la visita, con un’ecografia, constata che il
periodo gestazionale sembrerebbe rimasto fermo alla settimana prima e
rileva la presenza di una sacchetta di sangue nella cavità uterina. Mi
raccomanda il massimo riposo e mi prescrive del progesterone e vista
l’urgenza della situazione riesco anche ad anticipare la visita
endocrinologa nello stesso pomeriggio. L’endocrinologo diagnostica
immediatamente l’ipotiroidismo e prescrive una cura a base di
levotiroxina che mi suggerisce di assumere già in un dosaggio abbastanza
elevato vista la gravidanza in corso, ma nella notte il ciclo arriva
inesorabile con un flusso abbondante.
So che i casi di aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza
hanno un’alta incidenza ma sono certa che il mio è stato causato dalla
disfunzione della tiroide, per la quale ora mi sto finalmente curando e
posso avvertire già i primi benefici. Mi hanno comunque anticipato che i
valori tiroidei non diverranno accettabili se non prima che siano
trascorsi un paio di mesi.
Anche il mio ginecologo mi ha consigliato di attendere almeno fino a
dicembre per ritentare un altro concepimento.
Da non sottovalutare poi, è il mio stato d’ansia legato all’eventuale
futura gravidanza. Ho letto che nelle donne affette da ipotiroidismo, la
disfunzione potrebbe incidere sullo sviluppo celebrale del feto. Lei,
cosa mi consiglia?
La ringrazio e saluto cordialmente.

Gentile signora Manuela,
da quanto racconta mi sembra che abbia imboccato la direzione giusta sia per
curare il suo ipotiroidismo che per affrontare al meglio la prossima
gravidanza; è indispensabile che controlli i valori ematici degli ormoni
tiroidei durante l’uso di Eutirox e che eventualmente adatti il dosaggio di
quest’ultimo alle modificate esigenze metaboliche gestazionali: in tal modo
potrà evitare ogni ripercussione di carenze endocrine sul prodotto del
concepimento. Cordiali saluti ed auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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