Anonimo

chiede:

Buongiorno, sono la mamma di Christian, un bimbo di 4 anni che, ormai da parecchi mesi, ha un amico immaginario di nome Mattia. Con
Mattia non ci parla direttamente; è a noi che parla di lui: Mattia ha detto,
Mattia ha fatto, la mamma di Mattia ha fatto questo, il papà ha fatto
quell’altro… ha praticamente ricostruito tutta la vita di questo suo
amico. Mentre prima ne parlava qualche volta, adesso ne parla in
continuazione ed anche al di fuori della nostra casa: con la sua maestra
di scuola materna, con i nonni, zii, cugini… Ciò che non ci fa preoccupare è il fatto che nel momento in cui gli chiediamo di farcelo conoscere, lui tranquillamente ammette che non esiste e quindi non si può vedere. Devo dirVi anche che la prima volta in cui abbiamo sentito
nominare Mattia è stato un giorno in cui lo abbiamo rimproverato per una
cosa che aveva fatto e lui si è giustificato dicendo che non era stato lui
ma Mattia. Io e mio marito vorremmo un Vostro parere circa il
comportamento del nostro bambino che, Vi assicuro, non soffre di
solitudine perchè tutti i giorni è a contatto con mia nipote di un anno e
mezzo. Vi ringrazio anticipatamente.

Gentile Signora, nonostante possa sembrare qualcosa di strano, l’amico
immaginario è un fenomeno molto normale tra i bambini di 3-4 anni, quell’età
in cui le esigenze di socializzazione e le prime esperienze amicali possono
essere accompagnate da molte difficoltà e frustrazioni. Al contrario di
quello che noi adulti spesso pensiamo, le prime amicizie dei nostri bambini
possono essere facilmente costellate da delusioni, scontri, conflitti anche
molto duri. La fantasia e la creatività dei bambini va perciò loro incontro:
Christian, come altri bambini, ha saputo sopperire forse proprio
all’impossibilità di trovare “l’amico ideale” nel mondo reale, creandoselo
nella sua fantasia. È una presenza rassicurante, che non lo delude, né mai
lo rifiuta. Appaga il suo bisogno di vicinanza e di scambio e rappresenta
l’evolversi della sua capacità di simbolizzare: in fondo l’amico immaginario
sostituisce (o affianca) l’orsetto o la copertina che finora possono aver
costituito l’oggetto di rassicurazione da cercare nei momenti di bisogno di
consolazione o rassicurazione.
Il fatto che Christian sia perfettamente consapevole del fatto che Mattia
vive solo nella fantasia, deve rassicurarvi pienamente sul fatto che il
vostro bambino non presenta alcun “sintomo” preoccupante. Cercate invece di
mettervi in ascolto di cosa vi sta raccontando, a volte forse chiedendo,
Christian attraverso Mattia: l’amico immaginario nasce dalla personalità del
bambino, e necessariamente ne rappresenta una parte. È una parte di sé che
Christian rappresenta nella figura di Mattia. E magari a Mattia farà dire
cose che lui direttamente non ha il coraggio di dire, come se fosse un
fratello più grande dietro cui un po’ nascondersi e mandare avanti a tastare
il terreno. Oppure può diventare la parte “cattiva”, quello che combina guai
e dice le bugie, mentre il bambino mantiene il ruolo del “buono”, per
timore di affrontare le sgridate e le conseguenze delle sue marachelle.
Insomma, l’amico immaginario è un sano strumento di appagamento, a volte
difesa dalla frustrazione, nonché un insospettabile messaggero da ascoltare
con molta attenzione, senza far sentire vostro figlio strano o in errore per
questo suo atto davvero creativo.
Con simpatia

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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