Anonimo

chiede:

Buongiorno, il mio problema è in realtà più un problema di mio
marito. Abbiamo due figli una femmina di 5 anni e un maschio di 2. Da
qualche mese il piccolo ha cominciato a giocare con i giochi della sorella
che, ovviamente, sono giochi da femmina (bambole, carrozzine, pupazzi…)
e con mio marito sono cominciate le discussioni. Lui ritiene che il
bambino “maschio” non debba assolutamente giocare con i giochi da
“femmina” perchè ciò comporterà sicuramente una sua deviazione… io non
lo credo assolutamente ma, mi creda, sono continue e violente discussioni!
Le chiedo una risposta da poter discutere con mio marito. Grazie

Cara Daniela, capisco che a volte i luoghi comuni sono duri da sfatare.
Tuttavia, l’idea che sia il tipo di gioco con cui un bambino è a contatto a
due anni che farà di lui un futuro omosessuale è davvero completamente
falsa. Vostro figlio sta semplicemente esplorando il mondo e gli oggetti che
lo circondano. Avendo una sorellina più grande, nel suo ambiente ci sono
ovviamente anche bambole e carrozzine. I fattori che sono coinvolti nel
processo di costruzione dell’identità sessuale prima e dell’orientamento
sessuale poi, sono numerosissimi, e vanno dal confronto e l’identificazione
con le figure genitoriali, alla costruzione dell’immagine corporea, dai
fattori culturali a, si suppone, l’espressione di fattori
biologico-genetici. In tutto questo insieme di elementi che sono coinvolti
nello sviluppo sessuale di una persona, il contatto con giochi culturalmente
definiti come “femminili” non ha assolutamente nessun ruolo. Anzi, è molto
comune che i maschi osservino e manipolino pupazzi e bambole: immaginatevi
quanta curiosità può suscitare un bambolotto che riproduce in piccolo un
bambino, così come il gioco di prendersi cura di una bambola, cullarla,
metterla nel passeggino, darle la pappa: in fondo sono la riproduzione dei
gesti e delle esperienze di accudimento che il vostro bambino sta tuttora
sperimentando nella relazione con voi.
Infine, vorrei spendere due parole sul significato di essere genitori: la
missione di un genitore è quella di amare un figlio, così com’è, così come
decide di vivere se stesso e la propria vita. Non sarà sempre facile, non
sempre un figlio farà scelte che noi genitori condividiamo o accettiamo, ma
del resto anche noi come figli avremo sentito il diritto di scegliere il
meglio per noi, nonostante i desideri dei nostri genitori. E ogni volta che
i nostri genitori ci hanno fatto sentire addosso il peso della
disapprovazione e del non amarci per come volevamo essere e vivere, sono
state ferite dure da sopportare. Perché, oggi che siamo genitori, dobbiamo
ripetere quegli errori con i nostri figli? Nessuno può sapere chi diventerà
domani vostro figlio. Forse diventerà davvero un omosessuale (ma certo non
perché ha giocato con le bambole della sorella a due anni). Sarà nel suo
diritto vivere la sua vita come meglio crederà, sarà nel dovere di voi
genitori rispettarlo come persona, amarlo, sostenerlo, anche se non sarete d’accordo
con le sue scelte.
Cordialmente

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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