Anonimo

chiede:

Gentile dott., sono una ragazza di 32 anni, molto probabilmente alla terza gravidanza (non ho ancora fatto il test) ho alle spalle un matrimonio disastroso dove alcol, violenza e disoccupazione erano all’ordine del giorno. Ero succube ed impaurita da quello che all’epoca era mio marito, ho vissuto una gravidanza paragonata all’inferno dove sono stata percossa molte volte il che ha causato un parto spontaneo alla 32esima settimana. Durante e dopo la gravidanza mi era stato detto di tutto, sia da lui che dalla suocera, come ad esempio che non ero in grado di portare a termine una gravidanza, che non avrei partorito un figlio sano (avevo valori fuori dalla norma sul cvm), che sarei stata una madre pessima ecc. Non solo era fisicamente a pezzi ma anche psicologicamente a terra ed ero sola. Alla fine quando la bimba ha avuto 2 mesi, sono riuscita a reagire e ad andarmene da quell’inferno. Con l’aiuto economico dei miei non mi è mancato nulla ne a me ne a mia figlia, e ci ho messo molto tempo a riprendermi ed avere di nuovo fiducia in me stessa. Il padre di mia figlia non si è mai curato della piccola ne ha dato un centesimo x il mantenimento, insomma è completamente sparito. Nel frattempo ci siamo separati ed ora attendo il divorzio. Questo x spiegarle un po’ la situazione che ho passato.
2 anni dopo ho conosciuto il mio attuale compagno x lui non era assolutamente un problema che avessi già una figlia e vista l’assenza del padre lui l’ha subito accettata come sua figlia facendoli da papà. Ora con lui ho una figlia di 2 anni e lui non fa alcuna differenza tra le 2 bambine (le vede entrambe sue) la domanda che le vorrei fare è questa. Un indomani dovrò spiegare a mia figlia perchè porta un cognome diverso da quello della sorella. Ma io non so come fare, ho provato mille volte ad immaginarmi un discorso ma non trovo le parole giuste, ma solo odio e rancore e mi escono parole piene di cattiveria. Ho ancora molta rabbia verso il mio ex, e molta paura che un giorno o l’altro possa farsi vivo (anche se vivo a più di 400 km da lui).
L’altro mio problema o diciamo paranoia è, che con molta probabilità sono di nuovo incinta, stiamo cercando un altro figlio e ho un ritardo, ma ciò che mi rende nervosa anzi mi fa andare in panico è, se fossero gemelli come faccio? Nella città dove viviamo non ci sono ne parenti ne amici che ci possono aiutare, io non lavoro ed economicamente non potrei permettermi 4 figli. 3 sono veramente il limite. Questa cosa è da qualche giorno che non mi fa dormire. Come posso fare? Magari le sembro infantile, ma ho veramente paura di questa cosa.

Leggendo la sua lettera, trovo comprensibile il fatto che lei quando prova ad immaginare ciò che vorrà dire a sua figlia si trova invasa dalla rabbia nei riguardi del suo ex marito, suppongo che probabilmente lei ancora non abbia potuto elaborare quel periodo della sua vita che ha definito così disastroso e le emozioni ad esso collegate. Forse potrebbe valutare l’idea di rivolgersi a qualche struttura, nella quale possa essere aiutata a trovare quella serenità d’animo che le consentirebbe di raccontare del padre biologico a sua figlia e del motivo per il quale ha un cognome diverso oltre ad nuovo padre. È importante che sua figlia sappia la verità, così come è altrettanto importante che lei lo comunichi con la maggior serenità possibile.
Per altro se dovesse avere la necessità di incontrare il suo ex, la stessa serenità di cui parlavo potrebbe aiutarla nel valutare ciò che lei ritiene valido fare.
Per quanto riguarda il secondo punto, quello che definisce paranoia, le vorrei chiedere: si sente pronta ad accogliere un altro bimbo nella vostra famiglia?
Le sue parole riguardo al lato economico e la mancanza di supporto esterno di amici o familiari, mi suggerisce che lei stia vivendo in uno stato d’ansia dovuto alla paura di non potercela fare, associato all’idea di avere un figlio.
Dire: “Se fossero gemelli come faccio? … non potrei permettermi 4 figli. 3 sono veramente il limite.” potrebbe essere per se stessa l’unico modo accettabile per dirsi che in questo momento proprio non se la sente di sostenere questo nuovo impegno. In effetti, dopo aver portato avanti una gravidanza mentre sua suocera e suo marito infierivano, lei ha cresciuto la sua bambina da sola e poi ancora un’altra bambina subito dopo. Indubbiamente la maternità è meravigliosa ma anche un impegno gravoso. Le consiglio di parlare con il suo compagno delle sue paure e delle sue emozioni.
Spero lei decida di avere dei colloqui con una psicologa, affinché possa liberarsi delle sue paure. Un caro saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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