Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, mi chiamo Annalisa ho 28 anni è ho pensato di scriverla
perchè sento il bisogno di capire bene ciò che è giusto per me, per
cominciare proverò a scrivere in breve le situazioni che hanno fatto in
modo
che l’emozione che dominasse di più nel mio stato d’animo è la rabbia, che
a
fatica mi fa vivere bene sia con mio marito che con la mia bambina.
Circa due anni fa rimango incinta della mia primogenita, saputa questa
notizia inizio a provare collera con mio marito al quale attribuisco la
colpa per non essere stato attento, considerata la situazione in cui
vivevamo lui per motivi di lavoro a Bologna, io in attesa di finire
l’università vivevo nel nostro paese di origine. Presa la decisione di
portare avanti la gravidanza nel frattempo continuo a studiare, ma
soprattutto, sentivo di farcela anche grazie all’aiuto dei miei familiari.
Nata la bimba i suoi parenti hanno cominciato ad essere invasivi sempre
nei
momenti meno opportuni, si presentavano in casa senza un minimo di
preavviso in gruppi di persone, dove tutti erano bravi pediatri e
puericultori, senza mai porsi il dubbio se era il caso o meno, quanto
invece durante la gravidanza nessuno di loro si è mai degnato di
venirmi a
fare visita od anche a fare una telefonata anche solo sapere come stessi.
Poi in molte occasioni, quando mi sono sentita in difficoltà anziché
essere
comprensivi hanno infierito ancora di più con frasi del tipo quando “hai
deciso di sposarti lo sapevi quale erano le conseguenze”, ed io mi
arrabbiavo ancora di più perchè non solo non gli avessi mai dato fastidio
in
nessun modo adesso mi ritrovavo a sentire anche le prediche, che caso mai
i
miei genitori forse avrebbero avuto qualcosa da ridire visto che hanno
fatto
le veci di mio marito. Al che, davanti a questa situazione decido di
trasferirmi a Bologna, dove per finire gli studi iscrivo mia figlia al
nido.
Il primo anno è stato piuttosto impegnativo, lei che si è ammalata in
continuazione ed anch’io non me la sono passata tanto bene, ma nonostante
tutto ho mantenuto duro fino a che in luglio di quest’anno mi laureo.
Dopo
le vacanze estive mi metto a cercare un lavoro per avere finalmente, e
tanto
desiderata, una indipendenza economica e dulcis in fundo a ottobre scopro
di
essere di nuovo incinta. Vede, dott.essa, nel periodo in cui non sono stata
tanto bene malgrado gli accertamenti fatti che risultavano buoni, ho
pensato
che sospendendo la pillola le cose migliorassero e così è stato. Adesso
mi
ritrovo a dover sospendere le mie ricerche e questo mi fa rabbia perchè
non
è detto che fra almeno due anni che il secondo diventi un po’ più
grandicello
qualcuno sia interessato ad una trentenne senza nessun tipo di esperienza
maturata. Ho cercato di trovare dei corsi di formazione o stage ma anche
qui
le ricerche non hanno dato buoni risultati. non so se con questo breve
escursus sono riuscita a farle capire il mio disagio legato soprattutto
all’impossibilità di gestire un po’ di più il mio tempo libera da impegni
di
bambini ed orari per di più che adesso sono sola in una città in cui non
conosco nessuno e dove speravo di crearmi un cerchio di amicizie
attraverso
un lavoro. La prego dottoressa di rispondermi anche se sò che ci sono
donne
più bisognose di me di un sostegno morale, la ringrazio comunque.

Cara Annalisa, credo che tua la rabbia derivi soprattutto dalla frustrazione
di non poter controllare la tua vita. Due gravidanze non cercate, in momenti
della tua vita in cui i progetti che avevi per te erano altri (prima l’università,
poi un lavoro) ti hanno messa davanti al dover rimandare delle mete per te
importanti. Dalle tue righe ho la sensazione che in questi anni tu ti sia
sentita poco sostenuta, poco aiutata, e che le due gravidanze siano arrivate
entrambe in momenti in cui volevi prenderti cura prima di tutto di te e dei
tuoi obiettivi, e l’intrusione e i giudizi dei tuoi familiari non ti hanno
certo aiutato a trovare un modo per affrontare con serenità la situazione. I
cambiamenti nella tua vita in questi ultimi anni non sono stati pochi,
compreso il tuo trasferimento in una città in cui non hai amicizie. Capisco
che in questo momento tu sentissi il bisogno prima di tutto di prenderti
cura di te stessa, di crearti una rete di amicizie per sentirti meno
“straniera”, meno sola nella nuova città; così come immagino la frustrazione
che hai provato quando hai scoperto che non è ancora arrivato il momento per
mettere a frutto la tua laurea appena presa perché di nuovo incinta. È come
se tu fossi tirata per la giacca: da una parte dalla voglia di crearti una
professione, dall’altra dal ruolo di madre che ti chiama così
prepotentemente. Purtroppo quale sia per te la priorità più importante in
questo momento non posso essere io a dirtelo, è una risposta che solo tu
puoi darti. Certo è che, se decidi di portare avanti anche questa seconda
gravidanza, dovrai imparare ad accettare che ancora per un po’ le tue
esigenze di crescita professionale non potranno essere soddisfatte. Non c’è
posto adesso per entrambe le cose, e vivere questo figlio in arrivo come un
ostacolo ai tuoi progetti non può in nessun modo aiutarti a fare questa
seconda esperienza di maternità con la serenità e il calore indispensabili.
Quello che forse puoi fare è crearti una meta a breve termine raggiungibile
anche con due bambini: un breve corso di perfezionamento, ad esempio,
qualcosa insomma che ti dia il senso di fare comunque qualcosa per te, che
ti aiuti a smorzare il senso di frustrazione per non poterti realizzare
professionalmente in questo momento della tua vita.
Un grande in bocca al lupo con affetto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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