Contrazioni uterine

Gentile dottore, mi chiamo Cristina, ho 39 anni e sono alla 21esima settimana della mia
prima gravidanza. Intorno alla 18esima settimana, a seguito di un rapporto sessuale, sono comparse delle perdite ematiche che mi hanno preoccupata e per le quali mi sono rivolta al pronto soccorso del mio ospedale. Premetto che perdite ematiche durante i rapporti sono per me abbastanza frequenti, soprattutto in questo periodo di gravidanza (ma non solo), a causa di una “piaga”(perdoni il termine per niente scientifico) al collo dell’utero. Dall’ecografia e dalla visita ginecologica non è emerso alcun problema, ma il medico mi ha domandato se avessi la sensazione di “pancia dura”. Ora questa è una sensazione che a me sembra di aver sempre avuto durante
questi mesi di gravidanza e alla quale avevo dato poca importanza. Mi dicono
invece che sono contrazioni uterine e da allora mi sto continuamente ad ascoltare
e a toccarmi per sentire se accadono e con quanta frequenza. Ho rispettato
il periodo di riposo che il medico mi ha imposto associato ad una cura a base di “vasosuprina retard” senza per la verità verificare miglioramenti significativi. Specifico che tali contrazioni non sono accompagnate da
alcun tipo di dolore né di perdita. Solo oggi è comparso un debole filamento ematico che ho (non se se per darmi una rassicurazione immediata in attesa della visita medica) attribuito al passaggio del mese mestruale. I quesiti che pongo sono: quanto tali presunte contrazioni sono
pericolose, quale stile di vita devo seguire (premetto che ho già ridotto notevolmente
i miei impegni lavorativi), se può esserci una ragione “costituzionale” a
tali fenomeni e se è possibile che siano legati ad una fase specifica della gravidanza o minacceranno anche i mesi a venire.