Con l’espressione “pavimento pelvico” si intendono muscoli e legamenti che chiudono il bacino verso il basso facendo da supporto agli organi pelvici: utero, vescica, e fino all’apparato ano-rettale.

Il suo coinvolgimento riguarda la defecazione, la minzione, l’attività sessuale e soprattutto il parto: è necessario preparare il perineo adeguatamente per non subire lacerazioni e per evitare una episiotomia (o perineotomia), un intervento chirurgico per facilitare il passaggio del feto durante il parto vaginale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa in merito, specificando che un’adeguata conoscenza e preparazione del pavimento pelvico durante la gravidanza e una più consapevole gestione del travaglio possono contribuire a facilitare il parto e a recuperare in breve tempo il benessere del pavimento pelvico post parto.

L’AIUG (Associazione Italiana di Urologia Ginecologica e del Pavimento Pelvico) ha redatto un documento informativo contenente tutto ciò che è bene conoscere del pavimento pelvico, compresi fattori di rischio e sintomi di disfunzioni a esso collegati.

Alice

chiede:

Pavimento pelvico in gravidanza: cosa succede?

La gravidanza mette a dura prova il pavimento pelvico. Incide soprattutto nell’insorgenza dell’incontinenza urinaria e sul riassetto posturale della regione lombo-sacrale, con possibile accentuazione della cifosi dorsale e della lordosi lombare.

Tutto ciò va a gravare anche sulla capacità di contrazione e di rilascio muscolare pelvi-perineale, importante durante il parto, per facilitarlo e ridurre la possibilità di problematiche successive, una volta nato il bambino.

Durante la gravidanza, per questi motivi, sono consigliati i famosi esercizi di Kegel. Si tratta di una serie di contrazioni e rilassamenti dei muscoli del pavimento pelvico, da svolgere a vescica vuota, con regolarità e sotto la supervisione di un professionista, almeno nella prima fase, in modo da eseguirli correttamente.

Pavimento pelvico post parto: i rischi

Durante il parto pavimento pelvico e perineo sono sottoposti a grandi sforzi e a un’elevata distensione che possono avere conseguenze a breve termine (recuperabili in 12-18 mesi) e a lungo termine.

Il trauma della muscolatura incide sulla sua funzionalità, che può essere recuperata nel tempo. La donna può andare incontro a:

  • difficoltà a urinare;
  • dolore alla pelvi;
  • perdite di urina durante gli sforzi (anche semplici colpi di tosse o starnuti);
  • difficoltà e dolore durante i rapporti sessuali;
  • difficoltà a contenere feci o, viceversa, episodi di stitichezza.

Ma un rilassamento eccessivo e l’impossibilità a sostenere al meglio gli organi pelvici può sfociare anche in un prolasso della vescica, condizione di dolore e disagio che ha ripercussioni nella quotidianità.

Causa difficoltà a stare in piedi, disturbi intestinali, fastidi durante i rapporti sessuali, incontinenza urinaria, sensazione di peso nella zona genitale.

Come prendersi cura del pavimento pelvico post parto

Un corretto stile di vita è fondamentale, nel prendersi cura del pavimento pelvico post parto e prevenire così incontinenza urinaria, incontinenza fecale e prolasso genitale.

Nel post parto si consiglia di evitare il fumo di sigaretta, di contenere gli sforzi e i lavori che richiedono il sollevamento di pesi, di fare attenzione all’alimentazione. Il sovrappeso incide negativamente ed è un fattore di rischio.

Infine è consigliata una corretta e mirata ginnastica, adatta al recupero e al benessere dell’area sottoposta a stress. Ma attenzione, perché gli esercizi possono risultare inappropriati e controproducenti, se eseguiti quando il perineo non ha ancora recuperato un tono normale.

Esercizi per il pavimento pelvico post parto

Pavimento pelvico post parto

Per ritrovare il benessere psicofisico è consigliato seguire un programma di attività fisica per aiutare a limitare o prevenire alcuni disturbi, che frequentemente fanno la loro comparsa dopo il parto.

Molte donne lamentano disfunzioni urinarie, incontinenza, dolore pelvico o lombo-sacrale. L’attività fisica mirata funge sia da trattamento che da prevenzione. Gli esercizi consigliati dall’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) sono molto semplici e possono essere svolti anche a casa, non senza aver prima consultato un medico:

  1. distese sul dorso, con i piedi in appoggio a terra contrarre la muscolatura del pavimento pelvico (stop-pipì);
  2. distese sul dorso con le braccia lungo i fianchi, sollevare i glutei fino al coccige, mantenendo la schiena in appoggio;
  3. distese sul dorso con le gambe piegate sul busto, fermare le ginocchia con le mani e sollevare la schiena dal pavimento, contraendo gli addominali e controllando la respirazione, per poi restare in bilico sui glutei e tornare lentamente nella posizione di partenza;
  4. partendo in ginocchio, sedute con i glutei sui talloni, col busto in avanti e le braccia distese, spostarsi a carponi contraendo i glutei, addominali e muscoli dello sfintere anale e della vagina;
  5. in ginocchio, sedute con i glutei sui talloni, contrarre addominali e glutei fino ad alzarsi, staccando i glutei dai talloni, aiutandosi col busto;
  6. in ginocchio, sedute con i glutei sui talloni, portare in avanti il busto e allungare le braccia in avanti fino a toccare a terra con gli avambracci.

Quando iniziare con gli esercizi? Non c’è una regola fissa, i consiglio è di iniziare dopo la visita dei 40 giorni con il nullaosta del ginecologo. Infatti, prima di includere una donna in un programma di ginnastica è necessaria un’attenta anamnesi e un approfondito esame obiettivo generale e ginecologico, con particolare attenzione allo studio dell’area pelvica, lombosacrale e addominale. Bisogna valutare diversi fattori:

  • se si è trattato di un parto naturale o cesareo;
  • se si sono presentate complicanze postoperatorie;
  • sintomi accusati dalla paziente;
  • compatibilità con le controindicazioni all’attività fisica.

Per la delicatezza del momento post-parto, da un punto di vista fisico ed emotivo, e per garantire il migliore recupero, è sempre bene consultare un professionista, che saprà dare alla neomamma tutti i consigli necessari.

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