Il desiderio di avere un figlio è per molte coppie così forte che, specie quando non si riesce a ottenerla, si ricorre a diversi metodi per ottenere le condizioni favorevoli. È oggetto di grande attenzione il calcolo del periodo fertile, ovvero l’individuazione di quella finestra di tempo in cui può avvenire la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo, ottenere il concepimento e dare finalmente inizio alla gravidanza.

L’attenzione per questo tema è elevata sia per l’interesse che le coppie nutrono sull’argomento, ma anche perché sono diversi i metodi che, come vedremo, promettono di stabilire con più o meno precisione l’inizio e la fine del periodo fertile.

Trattandosi di argomento delicato e oggetto spesso di deformazioni e disinformazioni, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il dottor Luca Zurzolo, specialista in ginecologia e ostetricia, con il quale abbiamo voluto affrontare l’argomento con una visione diversa da quella in voga e che vuole rimettere al primo posto la coppia con la sua intimità e dignità

Periodo fertile: come si calcola?

Dottor Zurzolo, cos’è innanzitutto il periodo fertile e cosa si intende con questa espressione?

Con periodo fertile intendiamo il momento immediatamente successivo all’ovulazione la quale, con lo scoppio del follicolo, mensilmente abbiamo il rilascio dell’ovocita che vien poi “catturato” dalla porzione terminale della tuba con le fimbrie che lo porta nella sua porzione ampollare per essere poi raggiunta dagli spermatozoi.

Tra i metodi per individuarlo c’è il cosiddetto calcolo dell’ovulazione; ci sono anche altri sistemi per individuare l’inizio e la fine del periodo fertile?

I metodi più utilizzati sono gli stick ovulatori (che partendo dalla componente del muco cervicale tentano di individuare quello che può essere il periodo fertile della donna) che possono essere delle strisce che si colorano o dei dispositivi elettronici che riportano l’esito su un display.

Un altro metodo è quello del calcolo della temperatura basale, quindi la donna misura la temperatura tutti i giorni e quando vede l’aumento della temperatura di circa un grado presuppone che quello sia il momento in cui è avvenuta l’ovulazione e che quindi è pronta per avere un rapporto che possa condurre alla gravidanza.

Abbiamo anche il metodo della filanza, quindi il muco cervicale, che si basa sull’aumento delle secrezioni filanti in quanto la loro presenza potrebbe essere un indice dell’ovulazione. Infine ci sono anche le app per il cellulare in cui sostanzialmente c’è il calcolo dei giorni che si basa sulla valutazione empirica per cui tra il dodicesimo e il quattordicesimo giorno le donne ovulano e il calendario, di conseguenza, fa un conto matematico.

Qual è la precisione di questi metodi? Ce n’è qualcuno più affidabile degli altri?

Tutti questi metodi sono utilizzatissimi dalle donne che cercano una gravidanza ma che lasciano completamente il tempo che trovano. Questo perché non possiamo assolutamente generalizzare e, partendo dal presupposto che tutte le donne ovulino tra il dodicesimo e il quattordicesimo giorno, non possiamo pensare che una variazione di un semplice grado di temperatura possa corrispondere in maniera inequivocabile a un’ovulazione né che un cambio della secrezione mucosa della vagina, che può cambiare per tantissimi motivi oltre che per l’ovulazione, possa essere indicativa di questo fatto. Gli stick di ovulazione, ugualmente, non ci danno un’attendibilità che vada oltre il 55-60%.

Non c’è quindi un metodo che permette di individuare l’inizio del periodo fertile?

La realtà dei fatti è che l’unico metodo reale per poter determinare non il periodo fertile ma l’ovulazione, è il monitoraggio ecografico. È una tecnica di fecondazione assistita di primo livello che viene eseguita dal ginecologo durante la fase follicolare. Ma anche in questo caso sappiamo quando la donna ovula, non se quel giorno è fertile, perché non abbiamo la possibilità di verificare se in quel follicolo c’è effettivamente un ovocita (in quanto esistono anche i cicli anovulatori) e né se quell’ovocita è di buona qualità. Quindi non abbiamo nessun modo per determinare la fertilità della donna anche con un metodo scientifico e non empirico, in quanto non ci dà la garanzia del risultato.

Periodo fertile, muco cervicale e temperatura basale

Il calcolo del periodo fertile, come abbiamo visto, può avvenire sia attraverso la valutazione del muco cervicale che tramite la misurazione della temperatura basale. Per quel che riguarda il muco cervicale i calcoli si basano sul fatto che “il muco diventa più o meno denso durante le diverse fasi del ciclo, quando è molto denso gli spermatozoi non riescono ad oltrepassarlo per raggiungere l’utero, mentre quando è più sottile ne favorisce il passaggio”.

La misurazione della temperatura basale, invece, viene utilizzata perché l’abbassamento e il rialzo della temperatura spesso coincide con il momento dell’ovulazione, anche se non per tutte le donne avviene con le stesse tempistiche.

Periodo fertile: quanto dura?

Dottor Zurzolo, qual è la durata del periodo fertile?

Ovviamente questo periodo ha una durata di uno, due, massimo tre giorni ed è oggetto di tutti quei test che sono utilizzati dalle coppie che sono alla ricerca della gravidanza. Un enorme studio e un’enorme quantità di metodi empirici piuttosto che scientifici sono impiegati per individuare questi fatidici giorni fertili.

I sintomi dell’ovulazione e del periodo fertile

Ci sono dei sintomi, dei segnali, che è possibile individuare e che possono rappresentale un’indicazione dell’inizio di questo periodo?

No, tutti i metodi che cercano di individuarli (temperatura basale, muco cervicale, calcolo dei giorni) non hanno nulla di scientifico e concreto, quindi non ci danno la certezza di determinare l’ovulazione. Né è importante cercare l’ovulazione perché il rapporto deve avvenire a prescindere, deve nascere dal desiderio di stare con il proprio partner.

Lo stesso discorso vale anche per quelle coppie che utilizzano calcoli matematici e metodi empirici per evitare la gravidanza senza ricorrere all’utilizzo di anticoncezionali. Questo perché così come non si può sapere quando una donna è fertile, non si può stabilire con certezza neanche quando non lo è.

Periodo fertile: consigli per rimanere incinta

Alla luce di quanto abbiamo appena detto ci sono dei consigli utili che è possibile dare a chi è alla ricerca di una gravidanza?

Qual è il consiglio che noi diamo alle coppie che sono alla ricerca della gravidanza? Che non devono utilizzare nessuno di questi metodi, ma devono avere rapporti sessuali durante tutto il mese ed è un momento che deve rimanere assolutamente di intimità della coppia che, nel momento in cui c’è la ricerca della gravidanza, deve essere il più frequente possibile, ma sempre e solo quando se ne ha voglia.

La componente psicologica è importantissima e la gravidanza deve essere generata da un atto d’amore della coppia, non da un atto meccanico fatto con uno stick nella mano e un cronometro nell’altra che, altrimenti, svilisce la bellezza dell’atto sessuale e l’ottenimento spontaneo della gravidanza e rovina l’intimità della coppia.

Sono infatti diversi i casi di infertilità senza causa o infertilità secondaria (sia maschile che femminile) biologicamente inspiegabili e che fanno supporre la necessità anche di una componente psicologica ed emotiva fondamentale per ottenere una gravidanza.

Dimentichiamoci del calcolo matematico e del metodo empirico, ma recuperiamo la spontaneità del rapporto e nella stragrande maggioranza dei casi avremo delle gravidanze senza dover ricorrere a questa ipermedicalizzazione che è inutile se non addirittura dannosa per l’intimità di coppia.

Dobbiamo recuperare il romanticismo della coppia che non è l’atto meccanico per ottenere un prodotto; il concepimento non è un’operazione industriale, è un qualcosa che non possiamo sminuire e al quale dobbiamo riconoscere la potenza dell’amore della coppia che desidera avere un figlio.

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