Piacevoli non sono per nessuna, ma per alcune donne le mestruazioni sono un vero incubo: sbalzi d’umore, stanchezza cronica, manifestazioni cutanee e malessere generale. E poi il dolore: forte in molti casi, fortissimo in altri. Si chiama tecnicamente dismenorrea e indica proprio il dolore che accompagna il flusso mestruale. E che si presenta, più o meno puntuale, ogni mese, per tutta la durata della vita fertile di una donna.
Cos’è la dismenorrea, il dolore da flusso mestruale
Con il termine dismenorrea si indicano condizioni fisiche diverse tra loro, per cause che le provocano e per i sintomi con cui si manifestano. Per inquadrare questo problema è utile fare una prima distinzione fra due eventualità:
- Casi di dismenorrea nei quali non è possibile mettere in evidenza alterazioni dell’apparato genitale (dismenorrea primaria o essenziale) e il dolore non ha una causa precisa
- Casi in cui la presenza del dolore che accompagna la mestruazione è manifestazione di una patologia dell’apparato riproduttivo (dismenorrea secondaria o sintomatica)
Entrambe le condizioni vengono approfondite attraverso un esame medico, che può stabilire se ci si trova in presenza di alterazioni fisiche che portano a provare dolore oppure no.
1. Se le mestruazioni dolorose non ha una causa fisica
Spesso questo tipo di dismenorrea inizia con la pubertà e si manifesta con un dolore simile a quello delle coliche e che interessa il basso ventre, da dove si irradia verso i reni e più giù fino alle cosce. Questo dolore compare poco prima o durante il flusso mestruale e aumenta di intensità per poi farsi più leggero.
Dopo un paio di ore il dolore “tipo colica” lascia il posto ad un fastidio diverso, che interessa l’addome e dura anche un’intera giornata o, a volte, anche di più. Oltre al dolore alla pancia possono presentarsi nausea, persino vomito, mal di testa e disturbi gastrointestinali.
A differenza del dolore da mestruazioni che si può ricondurre a una causa fisica vera e propria la dismenorrea “primaria” è provocata da diversi fattoria. Spesso a essere colpite da questo tipo di dolore sono le donne che non hanno mai avuto figli (nullipare) e che hanno un’alta sensibilità al dolore, oppure che hanno subito traumi psicologici o di natura sessuale. Anche la familiarità con la dismenorrea è associata ad una più alta predisposizione a sperimentarla a propria volta.
La diagnosi della dismenorrea primaria non è immediata, dal momento che è necessario effettuare specifici esami dell’attività ormonale dell’ovaio e dell’ipofisi della donna. Con l’analisi dei risultati il medico può poi prescrivere una terapia mirata a base di ormoni, oppure può agire sui sintomi consigliando l’assunzione di farmaci analgesici. In alcuni casi la dismenorrea scompare spontaneamente con la prima gravidanza, mentre alcuni tipi di pillole anticoncezionali aiutano a combattere il dolore delle mestruazioni.
2. Se il dolore ha una causa fisica
Può capitare al contrario, come anticipato, che alcune condizioni fisiche possano provocare un forte dolore durante il flusso mestruale. Tra le più comuni si trovano anomalie a carico della conformazione dell’utero, che può presentarsi antiflesso o retroflesso, il prolasso utero-vaginale, la presenza di fibromi o polipi uterini. Anche nel caso in cui ci sia un’infiammazione in corso può presentarsi la dismenorrea secondaria.
Tra i motivi per cui una donna può soffrire di dolore mestruale dovuto a cause fisiche si trova poi l’endometriosi, che consiste nella presenza di tessuto endometriale al di fuori della sede corretta (cioè l’utero), il quale, infiammandosi, provoca un forte dolore.
Anche per la dismenorrea secondaria la diagnosi può essere piuttosto complessa: è necessario effettuare una visita ginecologica approfondita (ad esempio attraverso un’isteroscopia) per evidenziare le cause fisiche che la provocano e programmare eventuali interventi. La terapia proposta andrà ad agire quindi sulla causa della dismenorrea: nel frattempo si può fare ricorso a rimedi analgesici per alleviare il dolore.