Si sente spesso parlare di allergie alimentari e intolleranze alimentari nei bambini, senza la giusta distinzione tra i due concetti clinici. La confusione tra allergia e intolleranza è abbastanza comune e spesso le mamme non sanno come orientarsi per interpretare i sintomi del proprio figlio.

Abbiamo chiesto al dottor Ciro Dolci, pediatra e allergologo, la differenza tra le due situazioni per avere una panoramica concreta su come individuare e gestire eventuali allergie alimentari infantili.

Prima di tutto, occorre sapere che le allergie alimentari non sono fenomeni così comuni come spesso si crede e che sono sicuramente meno frequenti delle allergie respiratorie. Spiega il dottor Dolci:

Le allergie alimentari hanno un’incidenza massima dell’8% mentre le allergie respiratorie (pollini, acari, muffe) arrivano fino al 20-25% della popolazione infantile italiana.

Allergie alimentari: le cause

L’allergia alimentare è una reazione immunologica avversa al cibo con forte impatto sulla qualità di vita dei bambini che ne sono affetti. È una malattia immunologica, spesso ereditaria, ma non necessariamente. Le intolleranze alimentari, invece, differiscono fortemente dalle allergie e non vanno confuse con esse, ricorda il pediatra, che aggiunge:

Nella specie umana, le intolleranze sono solo due: l’intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte) e l’intolleranza al glutine. Esse sono legate all’incapacità dell’organismo di digerire quel particolare zucchero (lattosio) o alla particolare reazione infiammatoria intestinale dovuta all’ingestione della gliadina, una proteina contenuta nel grano e in altri cereali.

Le intolleranze alimentari nel bambino si manifestano in genere in età più avanzata rispetto alle allergie alimentari che invece possono comparire anche nei primi mesi di vita, già con lo svezzamento.

Le allergie alimentari, inoltre, hanno una caratteristica esclusiva. Si presentano in stretta prossimità con l’assunzione dell’alimento allergizzante. Gli alimenti ritenuti più facilmente allergizzanti sono il latte vaccino, l’uovo, il pesce, il grano, la frutta secca, la soia.

sintomi delle allergie al cibo

Con la crescita del bambino vengono introdotti nella sua dieta nuovi alimenti e tra questi si ritengono più allergizzanti i crostacei e talvolta alcuni tipi di frutta (mela, pesca, melone, kiwi etc.) ed i molluschi (in questi casi per fenomeni di cross reattività con pollini o acari della polvere).

La reazioni allergiche sono scatenate da una particolare classe di anticorpi chiamata IgE o “reagine” proprio per la loro capacità di reagire in maniera immediata con le proteine alimentari determinando quadri clinici severi. Che possono sfociare anche nello shock anafilattico nei casi più gravi.

Esistono altre forme di allergie alimentari causate da reazioni immunitarie non immediate (in gergo “non IgE mediate”) che pur manifestandosi con aspetti clinici anche severi non mettono a rischio la vita del paziente nell’immediato.

Allergie alimentari: i sintomi

I primi sintomi di una allergia alimentare (IgE mediata) si manifestano in genere appena dopo l’assunzione dell’alimento allergizzante e comunque entro le prime due ore da quando è stato ingerito.

In seguito all’assunzione di uova, latte, pesce o altri alimenti allergizzanti , può capitare che al bambino compaiano orticaria, pomfi sul viso, talvolta associati a starnuti e/o tosse con difficoltà respiratoria o anche vomito e diarrea. Aggiunge il pediatra Dolci:

Come già sottolineato, ed è importante farlo, si tratta di sintomi improvvisi. Compaiono nei primi minuti o entro le prime due ore dall’ingestione o, talvolta, già durante l’assunzione dell’alimento stesso.

Le mamme, di solito, si accorgono che qualcosa non va perché improvvisamente il bambino presenta manifestazioni cutanee tipo orticaria o angioedema. Il sintomo più comune di un’allergia alimentare, infatti, è proprio l’orticaria o l’angioedema con i classici “pomfi”.

Questi sono rilievi cutanei biancastri di varia forma e dimensione su una superficie cutanea arrossata (eritema). I pomfi sono caratteristicamente fugaci e migranti da una parte all’altra della superficie cutanea. Possono essere localizzati intorno alla bocca ma anche sul viso, sul tronco; a volte si associano ingrossamenti delle labbra e delle palpebre (angioedema).

Più raramente, come spiega il pediatra allergologo, possono comparire disturbi gastrointestinali, coliche addominali violente, diarrea o vomiti. Se il bambino, dopo che ha mangiato un nuovo alimento o un alimento che ha iniziato a mangiare da poco tempo, improvvisamente inizia ad avere dolore addominale violento, diarrea e vomito è probabile che si stia manifestando un’allergia a quell’alimento.

Spesso questi sintomi gastroenterici si associano ad orticaria sul viso. Altri bambini possono anche avere, in concomitanza con l’orticaria angioedema e ai disturbi gastrointestinali, anche disturbi respiratori come starnuti, tosse e difficoltà respiratoria con vere crisi asmatiche.

Allergie alimentari: il Prick Test

Il dottor Ciro Dolci ricorda alle mamme l’importanza della tempestività nel riconoscere le reazioni avverse al cibo e contattare prontamente lo specialista o il pronto soccorso.

Non sottovalutare mai nulla ma non tutto è allergia alimentare. Per esempio i bambini possono avere forme di orticaria anche durante degli episodi infettivi virali. Questo tipo di orticaria si chiama orticaria acuta post-infettiva e non deve essere confusa con quella provocata dall’allergia alimentare molto più rara.

In caso di dubbio di una reazione ad un alimento, è necessario chiarire il nesso di causalità tra l’assunzione dell’alimento e l’evento clinico. Ma soprattutto, ciò che più conta, è il nesso temporale tra la causa e l’effetto.

Il pediatra consiglia quindi di procedere con il prick test, un esame studiato appositamente per individuare le allergie. Si esegue applicando sulla pelle del bambino un estratto commerciale contenente proteine di vari alimenti (latte, uovo, etc…) fornito dalle aziende che forniscono, unitamente, i diagnostici per le allergie.

Un altro metodo è quello di prendere il latte vaccino comune o il bianco dell’uovo (prick by prick).

Con apposite lancette di plastica dotate di una micropuntina si tocca la pelle del bambino e si aspetta per circa 20 minuti. Se compare un pomfo in corrispondenza di uno specifico alimento, allora il test è positivo.

Il risultato va comunque valutato dallo specialista nel contesto clinico perché possono esistere i falsi positivi. Ossia, nonostante il risultato positivo del test, il risultato reale potrebbe essere comunque negativo. Sta quindi all’esperienza dello specialista allergologo la corretta interpretazione del test.

Trattamento delle allergie alimentari

allergie alimentari nei bambini

L’unico trattamento possibile è togliere l’alimento allergizzante. È pressoché inutile applicare pomate e unguenti sopra le manifestazioni cutanee allergiche. Il pediatra Dolci ricorda:

Se compare una semplice orticaria da sospetta allergia alimentare si può dare subito l’antistaminico, ma bisogna nel contempo contattare il pediatra di fiducia.

Se c’è il sospetto che il bambino abbia una reazione allergica grave (shock anafilattico con sintomi cutanei e/o gastro-intestinali e/o respiratori con ipotensione) e non si dispone di adrenalina, c’è una sola cosa da fare: mantenere la calma e chiamare subito il numero di pronta emergenza precisando il sospetto clinico e richiedendo rapida assistenza.

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  • Bambino (1-6 anni)