Tra il mito e la leggenda ogni ostetrica o ginecologo ha la sua storia di parto (e più di una) da raccontare. Ci sono parti che filano lisci e senza difficoltà o quasi, altri in cui invece ogni cosa sembra andare in verso contrario rispetto alle aspettative.

E in questi casi anche i papà, che durante il parto rivestono principalmente un ruolo di supporto, possono fare la differenza. A raccontare la propria esperienza sul magazine DAD anche un papà australiano, Dave Bloustien, che, tra il serio e l’ironico, ha elencato alcuni consigli-avvertimenti da tenere a mente quando il parto prende una piega inaspettata e il partner si trova a essere colui a cui spetta il compito di prendere decisioni importanti, di cui, magari, la coppia non aveva discusso in precedenza.

Sono 4 in particolare i suggerimenti di Bloustien per i futuri papà che assisteranno la compagna in sala parto, e di cui vi diamo una traduzione non professionale:

1. Riconosci che alcune cose sono al di fuori del tuo controllo

Per il nostro primo figlio mia moglie e io abbiamo predisposto un piano dettagliato. Siamo andati ai corsi prenatali e abbiamo letto mucchi di libri. Abbiamo confrontato opinioni ed esperienze e abbiamo optato per un parto naturale anziché per uno medicalizzato. Mia moglie voleva un parto senza medicinali e anche se avrebbe preferito una bottiglia di buon rosso ha deciso di chiedere il gas esilarante. Ogni altro medicinale era assolutamente fuori discussione, e lei era del tutto contraria a un cesareo.

Il parto era stato programmato quasi al minuto, abbiamo preparato tutto l’occorrente per l’intera degenza, compreso di reggiseni per l’allattamento, pigiami e molta, molta acqua. In breve, sapevamo esattamente come sarebbe andata: passeggiando saremmo finiti casualmente in ospedale, ci sarebbe stato un leggero spingere, la bambina sarebbe sgusciata fuori e avrebbe detto: “Ciao Ma’, ciao Pa’. Adesso mi metto a dormire per 12 ore. Ci vediamo domani mattina”.

Facile, no?

2. Mantieniti flessibile

Com’era prevedibile, NIENTE è andato secondo i piani. La bambina era sottosopra e davanti-dietro e mia moglie non era sufficientemente dilatata. Ci hanno detto che l’ostetrica era impegnata ma sarebbe arrivata in tempo – probabilmente in tempo per acciuffare nostra figlia mentre veniva sparata fuori da mia moglie come da una macchina spara-palline-da-tennis. Alla fine il tracciato cardiaco ha iniziato a scendere e ci hanno avvertiti che avrebbero dovuto praticare un cesareo d’urgenza. Col senno di poi, anziché predisporre un piano avremmo dovuto parlare delle sue preferenze riguardo il parto, la qual cosa mi avrebbe reso più semplice supportarla adeguatamente quando il nostro piano è andato a rotoli.

Prima della nascita di vostro figlio parla dunque con la tua partner di tutte le opzioni, e in quali circostanze prenderebbe in considerazione quelle che preferirebbe non fare. Il tuo compito principale è essere di conforto e di supporto, ma è difficile farlo quando accade l’imprevedibile. La tua partner potrebbe non potere o non volere parlare, perciò tu potresti non sapere se siete ancora dello stesso avviso.

3. Sappi quando (e come) prendere le parti la tua partner

Dopo 10 ore di travaglio mia moglie provava un fortissimo dolore e il gas esilarante non riusciva ad alleviarlo. Un anestesista è entrato e ha elencato le nostre “opzioni”: petidina, morfina e epidurale. Mia moglie non era in grado di rispondere perciò lui ha rivolto l’attenzione su di me: sapevo che mia moglie non voleva un’anestesia spinale e gliel’ho detto chiaramente. Lui ha risposto che era necessaria. Ho continuato a negare il consenso. Lui ha fatto valere i suoi studi e la sua conoscenza medica. Ho ceduto. Mi ha detto che avrei dovuto convincere mia moglie a sottoporsi a una procedura medica invasiva e che era per il suo interesse.

A essere onesti, il problema non era l’ago spinale. Era la mancanza di chiarezza circa quel che mia moglie avrebbe voluto e in quali circostanze avremmo potuto “deviare” dal piano. Quando le cose vanno per il verso sbagliato e un medico propone qualcosa a cui non avevate pensato, ricordati di chiedere queste tre cose: la mia partner è in pericolo? Se lei non è in pericolo, il bambino lo è? Se nessuno dei due è in pericolo, può spiegarmi perché questa procedura è necessaria? Mia moglie nel frattempo era così spossata che ha avuto una brutta reazione ai farmaci ed è andata nel panico. Come se non bastasse il letto era completamente circondato da medici, anestesisti e ostetriche, quindi ero impossibilitato persino a tenerle la mano o ad arrivare al lettore CD che avevamo portato con noi. E da cui puntualmente è partita l’unica canzone che non volevamo far sentire ai medici, che avrei dovuto “saltare”, perché era particolarmente volgare: mia moglie si è risvegliata dall’intorpidimento da medicinali abbastanza da guardarmi mortificata e dire: “Avevi solo una cosa da fare“.

Puoi salvare entrambi da un considerevole imbarazzo preparando una compilation, o una playlist di Spotify. Seriamente.

4. Ricordati, non si tratta di te

Se ho imparato una cosa da quell’esperienza è che il partner durante il parto ha un ruolo di supporto. Sei lì perché le cose potrebbero andare male e lei potrebbe avere bisogno di vedere la tua faccia amichevole e di stringere la tua mano sudaticcia. E questo è tutto. Il che non significa che tu non abbia un ruolo importante: quando mia figlia alla fine è nata – un po’ schiacciata e violacea per essere rimasta incastrata nella cervice di mia moglie – l’ostetrica mi ha chiesto se volessi tagliare il cordone ombelicale. Ho fatto un salto.

Era stata una giornata lunga e piena di emozioni. Avevo visto un lato completamente nuovo di mia moglie – letteralmente, dal momento che ero rimasto in sala parto per il cesareo e avevo accidentalmente dato un’occhiata al suo interno. Ma, cosa più importante, avevo visto il suo dolore e la sua difficoltà ed ero stato testimone della sua incredibile forza. E mi ero sentito inutile e impotente. Aveva fatto tutto lei. Le avevo tenuto la mano e le avevo detto che stava facendo tutto bene. Certo, avrei potuto fare meglio alcune cose. Avevo litigato con un anestesista e mi ero dimenticato di premere “skip” sulla canzone. Ma ne eravamo usciti con una bimba sana e felice. Mia moglie era grata del supporto ed era contenta di non essere sola. E adesso era il mio turno. Adesso avrei tagliato il cordone ombelicale. Appena mi sono girato avevano già tagliato il cordone dalla bimba. E l’avevano già tagliato anche dalla placenta. Era solo un cordone, e avrei dovuto tagliarlo con un paio di forbici di metallo con tutta la pompa magna di una cerimonia con taglio del nastro in un supermarket di provincia.

Ma era comunque okay.

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