Foto o frasi shock sui pacchetti di sigarette per dissuadere i fumatori; divieto di accendere una sigaretta in auto se sono presenti bambini o donne incinte; sanzioni per chi venderà le ‘bionde’ ai minori. Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato guerra al fumo con un decreto legislativo che recepisce la “direttiva tabacco” imposta dall’Unione Europea.

Il decreto proposto dal Ministro Lorenzin – spiega il Dott. Salvatore Barberi, Pediatra Pneumo-allergologo dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) – va certamente nella direzione giusta e corregge le mancanze di quei genitori che mettono da parte il buon senso e decidono di fumare, incuranti dei danni che possono causare ai propri figli. I bambini sono infatti i più fragili e i più esposti al fumo passivo. Ma questo avviene non solo in macchina: l’esposizione al fumo passivo si determina, infatti, anche tra le mura domestiche. Nel 20° secolo – prosegue il Dottor Barberi – il fumo di tabacco ha provocato circa il 9% dei decessi in tutto il mondo“.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rende noto che ogni anno circa 6 milioni di persone muoiono per cause legate al tabacco. Se tutto questo non dovesse subire un brusco cambiamento di tendenza, nel corso del 21° secolo si potrebbe registrare fino a 1 miliardo di morti premature. In età pediatrica il tabacco costituisce il fattore nocivo ambientale più significativo per la salute dei bambini. Risalgono agli anni ’60 i primi studi epidemiologici su esposizione al fumo passivo e salute. Nel 1981 gli studi si concentrarono sull’associazione tra fumo passivo e cancro del polmone nei non fumatori e cinque anni più tardi si giunse alla conclusione che il fumo passivo provoca il cancro ai polmoni anche nei non fumatori.

È ormai dimostrato – conclude il Dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – che l’esposizione al fumo passivo è associata ad alcuni effetti negativi sulla salute dei bambini: dalla prematurità alla mortalità perinatale, dal ritardo di crescita intrauterino alla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), fino a sintomi respiratori e malattie quali l’asma ed le malattie cardiovascolari e le patologie dell’orecchio medio (MED). Il fumo materno post-natale e quello paterno hanno invece aumentato il rischio di un intervento chirurgico per patologie dell’orecchio medio. Pertanto, dunque, il più importante fattore di rischio in gravidanza è fumare: è infatti associato al 5% di morti infantili, al 10% di nascite pretermine, al 30 di nascite di bambini SGA (Small for Gestational Age). Inoltre, il fumo attivo e l’esposizione al fumo passivo in gravidanza aumentano il rischio di infertilità, distacco di placenta, rottura prematura delle membrane e placenta previa”.

Sicuramente tanti validi motivi per evitare il fumo in gravidanza e smettere di fumare definitivamente.

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