Ho firmato il decreto per l’avvio della sperimentazione del metodo ‘Stamina’ che utilizza cellule staminali con il protocollo messo a punto dal medico Davide Vannoni”. Con questo comunicato, Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato l’inizio della sperimentazione “entro il primo luglio”.

Mentre si allunga l’elenco di coloro che vincono il ricorso per accedere alla cure, Davide Vannoni dichiara di non essere stato ancora contattato per organizzare l’inizio della sperimentazione. Si attende perciò, stando a quanto detto dal ministro Lorenzin, la comunicazione ufficiale.

Davide Vannoni, anche presidente di Stamina Foundation, ha così commentato: “Bene la firma del decreto, ma nessuno ci ha ancora convocati, noi vorremmo essere coinvolti in tutte le fasi della sperimentazione. Il 6 giugno siamo stati contattati dall’Istituto Superiore di Sanità, che ci aveva annunciato una convocazione entro una settimana – spiega Vannoni –, ma non abbiamo più sentito nessuno”.

La sperimentazione – spiega Vannoni – dovrebbe partire il primo luglio, ma ci vogliono mesi per mettere a punto un protocollo e un comitato scientifico. Non vorrei che il primo luglio parta solo l’iter della sperimentazione e i tempi si allunghino ulteriormente”. E Vannoni esprime un parere sulla commissione: “Non vorremmo ritrovarci con un comitato composto da persone che hanno già dato giudizi, o meglio pregiudizi, negativi sul metodo Stamina. Vorrei trasparenza assoluta, che tutte le fasi venissero rese pubbliche, perchè ci sono milioni di persone che aspettano la conferma che il nostro metodo funziona”.

Nel frattempo sono diventate 20mila le richieste di accedere alle cure di stamina. 60 persone hanno vinto il ricorso per accedere alle cure e se ne aggiungono 4 al giorno secondo Vannoni. 25 ad oggi sono malati di Sla. “Ma agli Spedali Civili di Brescia la situazione è gravissima, la lista d’attesa è lunga e a molti fissano la prima infusione nel 2014: per malati di questa gravità è come dire mai”.

Secondo Vannoni, per velocizzare, si potrebbero “utilizzare le cellule su più pazienti. Ogni prelievo abbiamo cellule sufficienti per 5 iniezioni, con 8 donatori potremmo già trattare 40 pazienti. Ma l’ospedale di Brescia non regge tante infusioni insieme. Auspichiamo il coinvolgimento di altri ospedali, di questo vorrei parlare con il ministro Lorenzin se mi convocasse, ma finora non è successo. Spero non voglia trovarsi con una lista di persone morte o moribonde per questi inaccettabili ritardi”.

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