Varicella, antipneumococco, antimeningococco e Hpv: sono le quattro nuove vaccinazioni raccomandate dal nuovo Piano nazionale vaccini 2010-2012 che ha appena ricevuto l’approvazione tecnica e che aspetta ora il via libera delle Regioni.

Il Piano colma un vuoto di tre anni, visto che l’ultimo risale al triennio 2005-2007. Le regioni, in fatto di vaccini, hanno continuato negli ultimi anni a decidere in ordine sparso su modalità organizzative, calendari e oneri per i cittadini. Di qui la necessità di garantire un’offerta omogenea inserendo il piano, nei livelli essenziali d’assistenza, di raggiungere standard di “copertura” adeguati, e di attivare un sistema di valutazione continua basato sull’Health technology assessment e sulla completa informatizzazione sulle anagrafi vaccinali.

Il nuovo piano assume come base di riferimento il calendario già in uso: si conferma la presenza degli antidoti “obbligatori” contro difterite, tetano, poliomelite ed epatite B, pertosse, influenza B (disponibili insieme agli altri quattro nel complesso in formulazione esavalente); morbillo, parotite e rosolia (vaccino combinato trivalente, consigliato).

Nel calendario trovano anche posto l’antipneumococcico coniugato, l’antimeningococco C e il vaccino contro il papillomavirus (Hpv) nel dodicesimo anno di vita. Introdotti, infine, il vaccino contro l’influenza per gruppi a rischio e la vaccinazione universale contro la varicella, offerta anche a tutti gli adolescenti anamnesticamente negativi.

Secondo il vicepresidente della Società italiana di igiene Carlo Signorelli, “l’emanazione del nuovo Piano è urgente e ormai indifferibile”, anche alla luce della situazione vaccinale in Italia, che fa ancora registrare differenze tra le varie Regioni, con adesioni molto alte in alcune soprattutto per nuove vaccinazioni come quella contro il papillomavirus umano, causa del tumore al collo dell’utero, e risposte più basse in altre. E se risultati molto soddisfacenti si registrano per i bambini nel primo anno di vita, con una copertura vaccinale del 95%, “punti deboli” restano i giovani e gli adolescenti che, più esposti alle epidemie, spesso non attuano i richiami vaccinali previsti. E risultati non ottimali si hanno anche per le vaccinazioni contro patologie prevenibili – come morbillo, rosolia o tetano – ma che ancora fanno registrare migliaia di casi in Italia.

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