Ulteriori passi avanti per quel che riguarda la Sindrome di Down ad opera di un gruppo di ricercatori dell’Università di Hong Kong, pubblicati di recente sulla rivista scientifica The Lancet.

Grazie ad una tecnica altamente innovativa gli studiosi sono riusciti ad individuare le anomalie cromosomiche nelle cellule sanguigne materne rivoluzionando la tecnica finora usata, che prevede la ricerca dell’anomalia nei cromosomi del feto grazie all’amniocentesi o la coriocentesi.

La rivoluzionaria tecnica, fanno sapere i ricercatori, si basa semplicemente su un piccolo prelievo di tessuto placentare per via vaginale. Il tutto consentirà di eliminare il grosso rischio che comportavano sia l’amniocentesi che la coriocentesi, altamente invasive e quindi pericolose, tanto che in alcuni casi si può verificare l’aborto.

Questa nuova tecnica, invece, che comunque dovrà essere ancora testata per vederne confermata l’efficacia e la precisione ma soprattutto per essere utilizzata su larga scala, è stata definita di “ibridazione in situ attraverso fluorescenza“, dunque, non invasiva o pericolosa per il feto e per la madre.

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